sabato 4 settembre 2010

Calcio e gossip: GOSSIP Gioca con Happy Quiz e vinci fino a 300€ Mourinho è Harry PotterLa sua prima magia è Sara - Grazie alla fuga dello Special One a Madrid a Mediaset hanno assoldato la Carbonero (quella del bacio in diretta da Casillas ai Mondiali) per seguirne le gesta Mourinho è Harry Potter La sua prima magia è Sara

di Libero News

Ai giornalisti che gli rinfacciavano lo scialbo pareggio del Real con il Maiorca nella prima giornata della Liga, José Mourinho ha risposto: «Non sono mica Harry Potter». Ma una magia, anche se ininfluente sulle sorti delle "merengues", lo Special One l'ha già fatta, per la gioia del pubblico italiano: ha fatto sbarcare sulle frequenze di Mediaset Premium la giornalista più sexy del mondo, Sara Carbonero.

Per seguire le gesta del tecnico di Setubal e le sorti dei campioni del Mondo, il digitale del Biscione ha infatti assoldato la bella compagna di Iker Casillas, che tra i servizi per TeleCinco e il ruolo da testimonial per un famoso shampoo, troverà il tempo per raccontare ai calciofili italiani cosa accade sui campi e negli spogliatoi di Madrid, Barcellona e di tutto il regno di Juan Carlos.

E tanto per tenere desta l'attenzione dei fan, ancora in rodaggio dopo l'estate, Sara si è presentata con uno spot in italiano. L'appuntamento con lei e le stelle del calcio spagnolo è tutti i lunedì, ma già da ora, guardando i suoi intensi occhi verdi, si può essere d'accordo con la sua dichiarazione: «Sarà una stagione eccezionale». (Libero News)

Calcio: Che simpatici 'sti islandesi Festeggiano pure sul wc

di Libero News

Non ci sono più solo i loro tifosi a sperare in un gol. Da quando i loro folli festeggiamenti sono finiti online, tutti, con l'eccezione forse degli avversari, si augurano di vedere i ragazzi dello Stjarnan di Garðabær infilare il pallone nella porta avversaria. Sì, perché poi il divertimento è assicurato.

Dopo gli exploit della "pesca del mediano" e della "bicicletta umana", in rete sono apparse altre performance dei biancoblu islandesi. Dei veri bontemponi che spaziano dal miracolo della nascita alla strage dei compagni in stile Rambo, dal tuffo in piscina alla remata sul lago. Ma la cui vetta di finezza è stata raggiunta recentemente con un festeggiamento... sulla tazza del water. E per fortuna che, dopo aver "fatto", il goleador, abbassa l'asse e tira l'acqua!

MotoGp San Marino, Pedrosa in pole Lo spagnolo della Honda precede Lorenzo, Stoner e Rossi

Gp San Marino, Pedrosa in pole
Lo spagnolo della Honda precede Lorenzo, Stoner e Rossi.

SAN MARINO - Primo nella sessione inaugurale delle libere, secondo durante la mattina del sabato e primo nelle qualifiche. Dani Pedrosa dimostra di essere a proprio agio sul circuito di Misano. Il pilota della Honda Repsol conquista infatti la pole position del Gran Premio di San Marino fermando i cronometri sul tempo di 1'33"948. Lo spagnolo, reduce dal successo colto domenica scorsa a Indianapolis, partirà dunque per la quarta volta, quest'anno, davanti a tutti gli altri. Alle sue spalle, secondo tempo a 0"308 per il connazionale Jorge Lorenzo (Yamaha), il leader della classifica iridata e indiscusso dominatore della stagione, terzo tempo a 0"449 per l'australiano Casey Stoner (Ducati), quarto tempo a 0"522 per il campione del mondo in carica Valentino Rossi (Yamaha) e quinto tempo a 0"524 per lo statunitense Ben Spies (Yamaha Tech3). Ottavo tempo a 0"878 poi per Andrea Dovizioso (Honda Repsol), nono tempo a 0"986 per Marco Simoncelli (Honda Gresini), decimo tempo a 1"070 per Marco Melandri (Honda Gresini) e undicesimo tempo a 1"148 per Loris Capirossi (Suzuki).

CLASSIFICA - Lorenzo, come detto, guida nettamente il Mondiale con 251 punti davanti a Pedrosa (183), Dovizioso (126), Stoner (119) e Rossi (114), che, come noto, ha saltato quattro gare per il grave infortunio riportato nelle prove libere del Gran Premio d'Italia.

Il caso: Corea del Sud, prende la patente dopo 960 tentativi

Ha dato l'esame una volta
al giorno, cinque giorni
la settimana per tre anni.
La Hyundai l'ha voluta
come testimonial


Cha Sa-soon è una 69enne esile, riservata e con i piedi per terra. La tipica signora che ci si aspetterebbe di incontrare in un piccolo villaggio sperso tra le montagne della Corea del Sud. Eppure, da un anno a questa parte, questa donna è diventata una vera e propria celebrità nel paese, e pian piano si sta facendo conoscere in tutto il mondo, tanto che il "New York Times" dedica a lei il "Staturday Profile" di questa settimana. La sua fama deriva da un record molto particolare: Ms. Cha ha preso la patente di guida dopo 960 tentativi.

La donna ha sempre invidiato chi sa guidare, ma solo verso i 60 ha deciso di provarci anche lei. «Qui se perdi il bus, devi aspettare due ore. E' davvero frustrante», ha spiegato ai giornali.

Per tre anni, a partire dall'aprile del 2005 , Cha Sa-soon ha sostenuto l'esame una volta al giorno per cinque giorni la settimana. Dopo di che ha rallentato un po' il ritmo, ma senza mai perdersi d'animo. Ed è stata proprio questa incredibile tenacia a conquistare la Corea.

«Quando ha finalmente superato l'esame, siamo usciti tutti fuori ad abbracciarla in preda all'eufori - racconta Park Su-yeon, la sua istruttrice di guida - mi sono liberata da un peso enorme sulle spalle. Non abbiamo mai avuto il fegato di dirle di smettere perché si stava umiliando». L'insegnate ha poi aggiunto che la signora dovrebbe accontentarsi di aver raggiunto l'obiettivo, senza mettersi davvero alla guida di una macchina. Anche se, per confortare gli automobilisti coreani, c'è da dire che il vero tallone d'Achille della neo patentata era la teoria, nella quale è stata bocciata 954 volte. «Sapeva leggere e scrivere i termini, ma non era per niente in grado di capirli» ha spiegato la Park .

La notorietà per la 69enne è arrivata l'anno scorso, quando si è iniziata a spargere la voce di una donna che aveva tentato l'esame più di 700 volte. Televisioni e giornali allora si sono subito messi sulle tracce di quella che all'iinizio aveva tutta l'aria di una leggenda metropolitana. Così la celebrità ha fatto irruzione nella vita della donna, fatta di un piccolo monolocale e molte ore passate in autobus per raggiungere il mercato dove ha un banco di frutta e verdura.

Una volta presa la patente, a maggio di quest'anno, perfino la Hyundai, casa automobilistica leader nel paese, si è interessata al caso, dando alla gente la possibilità di pubblicare sul proprio sito messaggi di congratulazioni per la neo patentata. Invito che migliaia di persone hanno raccolto in tutto il paese. A inizio agosto, sull'onda del successo dell'iniziativa, la ditta ha regalato a Cha una macchina da 16 mila dollari e l'ha ingaggiata per il suo ultimo spot televisivo.

Cronaca: Pozzato 'pizzicato' Deve due milioni al Fisco

Secondo la Guardia di Finanza il corridore della Katusha avrebbe ''trasferito fittiziamente la propria residenza nel Principato di Monaco allo scopo di sottrare a tassazione i redditi percepiti''

ROMA - Una volta, erano prevalentemente proletari. Spesso di sinistra (o anche di destra non cambia...), comunque con idee ben precise in testa. Appartenevano per lo più alle classi povere: contadini in cerca di affrancamento dal duro lavoro della terra (e per questo preferivano la fatica della bici), operai, lavoratori del braccio più che della mente. Anche perché per tanto tempo studiare è stato un lusso. Oggi li vedi ugualmente ignorantelli, ma affrancati e felici. Con la Ferrari (o la Porsche) in garage, il conto in banca (possibilmente estera) ben nutrito e un benessere esibito senza tante remore. La testa vuota di idee, ma piena di furbizia, secondo clichet che derivano direttamente dall'alto dei nostri beneamati governanti. Alla categoria dei "furbetti" si iscrive di autorità anche Pippo Pozzato che è finito nel mirino della Guardia di Finanza di Vicenza per una presunta evasione fiscale. Secondo le Fiamme Gialle l'atleta avrebbe portato all'estero, nel Principato di Monaco, circa due milioni di euro. Vecchio il trucchetto: si prende la residenza nel Paese del Bengodi fiscale, si finge di abitare lì e così si aggirano i doveri del comune cittadino. Si svicola elegantemente dalle tasse dello Stato italiano. Talvolta con la sfrontatezza di denunciare al fisco cifre irrisorie a fronte di milioni di euro incassati. Ma corrono tempi duri, oggi che lo Stato è alla canna del gas quanto a contributi dei cittadini e per i furbetti la situazione si fa difficile. Il fatto di essere delle
star del movimento sportivo non è più una garanzia di impunità. Caso mai è un indice di sospetto. Così anche il bel Pozzato, campione tricolore 2009, che, dopo aver firmato un contratto milionario con la russa Katusha, decide di prendere la residenza a Montecarlo, finisce nella rete.

La storia dei tentativi di elusione o evasione fiscale di personaggi dello sport o dello spettacolo affonda nella notte dei tempi. Dal motociclista Valentino Rossi fino a Mario Cipollini, l'indimenticato "re leone" e lo stesso Paolo Bettini, il popolare "grillo" de La California, attualmente ct della nazionale azzurra, per restare agli esempi più recenti. Ciò che colpisce adesso è la stupidità. Vogliono fare i furbi e dimostrano di essere sciocchi. Perché solo uno sciocco di natura (o uno mal consigliato) può decidere di "esporsi" al rischio di accertamenti fiscali in momenti in cui anche i bambini sanno che il Fisco è sul piede di guerra. Ma non si può pretendere molto da gente che giù di sella ha in testa solo la fica, la discoteca, la musica "a palla", gli abiti, l'auto di lusso, la villa hollywoodiana. Quanto al resto, una volta un episodio del genere sarebbe costato il posto in nazionale. Questione d'immagine, ovviamente. Chissà se al Coni ci fanno caso... Oggi, invece, Pippo Pozzato è candidato ad essere leader della nazionale ai mondiali di Australia, a fine mese. E' in buona compagnia quanto ad evasioni (non quelle dal plotone, purtroppo...), perfetto testimonial di un'Italia dove impera il "furbetto". Anche se stavolta non l'ha fatta franca. "Solo Dio mi può giudicare" questa la scritta che si era fatto tatuare sulle spalle per giustificare il suo essere anticonformista e reclamare (giustamente) il diritto a vivere la sua vita come crede. "E' il messaggio per tutta quella gente che mi vuole giudicare senza conoscermi. E' facile finire sotto giudizio, ma la verità è che c'è una sola persona che ti può giudicare", aveva detto. A parte la confusione di testa evidente (Dio una persona??), ora, però, gli toccherà il giudizio degli uomini. Infatti si può essere anticonformisti ANCHE pagando le tasse. (04 settembre 2010)

Web: Piccole, libere e agguerrite ecco le micro web tv italiane

Oggi e domani a Bologna, città con la più alta concentrazione di televisioni di strada, i membri della federazione nazionale che le raggruppa si riuniscono per definire una strategia comune contro il decreto Romani in attesa di essere ascoltati dall'Agicom, per lanciare l'edizione 2010 dei Teletopi, oscar a loro dedicati e fare il punto sul futuro. Per ora le antenne censite dall'osservatorio sono 346, in continua crescita. Si va dall'emittente di condominio a quella dei pensionati, dalla cross generation al videogiornalismo d'inchiesta


Piccole, piccolissime, anzi micro. Puntano la telecamera nei paesi trascurati, sull'Appennino o al centro delle isole, ma anche nei quartieri delle grandi città o all'interno dei condomini. Raccontano storie dimenticate e notizie così piccine da non guadagnare neppure una breve sulle pagine dei quotidiani. Oppure collezionano pezzi di storia, filmando mestieri che stanno scomparendo e pezzi di vita anni '50. Stiamo parlando delle micro web tv, canali creati dal basso, da cittadini qualsiasi diventati per passione o per necessità videomaker. Sono tantissime e in costante crescita. L'osservatorio nazionale Altratv.it ne ha mappate 346 nel 2009, l'anno prima si era fermato a 284. I loro rappresentanti, riuniti nella federazione nazionale Femi, oggi e domani si vedono a Bologna per fare il punto sulla situazione, lanciare l'edizione 2010 dei Teletopi, oscar delle micro web tv, programmare una piattaforma per raccogliere e rilanciare l'informazione ultra locale e soprattutto definire la strategia difensiva per non soccombere al decreto Romani.

Bologna, capitale delle micro web tv. La scelta di Bologna non è casuale, "è la città con la più alta concentrazione di televisioni di strada - spiega Giampaolo Colletti, fondatore di Altra Tv e autore del libro "Tv fai da web" - Qui è nata la prima telestreet italiana, Orfeo tv. Qui, per la prima volta, un condominio ha puntato la telecamera sulla tangenziale che gli passava sotto casa per informare i condomini sul traffico". Oggi ci sono quindici antenne, ognuna con una mission diversa. C'è Crossing Tvpensata e realizzata dalla cross-generation, c'è Bolobazzalive dedicata alla musica, Codec tv, Teletorre 19, prima tv realizzata da condominii... "Bologna è speciale perché la forte tradizione dell'associazionismo si è sposata con il desiderio e la volontà della cittadinanza attiva", che oggi passa in rete attraverso una telecamera.

"Difendiamo il nostro futuro". Naturale, quindi, che il convegno annuale delle web tv si faccia sotto le Due Torri. Quest'anno il tema principale è la libertà di esistere e di informare. "Il Decreto Romani - spiega Colletti - vorrebbe imporre una tassa in entrata di 3mila euro a ogni nuova antenna. Il che, considerando che le telestreet vivono di volontariato, equivale a farle chiudere. Abbiamo chiesto un'audizione all'Agicom e ci stiamo preparando insieme a un legale. Le telestreet sono uno strumento importante d'informazione, devono crescere non morire".

Una piattaforma per l'informazione locale. Visto che l'unione fa la forza, le micro web tv stanno creando una piattaforma che rilanci i filmati realizzati a Messina (dove una antenna ha la metà degli utenti tra gli emigrati oltre oceano) in Sardegna, in Irpinia, a Milano e nel centro italia, uno spazio in cui fare confluire servizi, inchieste, approfondimenti da ogni microrealtà italiana e sfidare, con la forza del piccolo, i giganti della comunicazione.

Teletopi, vinca il migliore. Topo ovvero mouse, quindi computer, internet, web tv... Anche le micro televisioni hanno i loro oscar, si chiamano Teletopi, strizzando l'occhiolino ai Telegatti e ogni anno premiano il meglio delle micro web tv. Sono appena state aperte le selezioni e per candidarsi o valutare le candidature già pervenute basta cliccare su Teletopi.tv . L'anno scorso a vincere il premio nella categoria informazione furono gli autori settantenni di Pierodasaronno e in quella di denuncia Telestrada, la micro web tv di Catania creata da un gruppo di volontari della Caritas, canale che dà voce ai senza fissa dimora. Per il 2010 la competizione è aperta, avanti videomaker...

Web: Schermaglie Facebook-Apple Zuckerberg blocca Steve Jobs

La casa di Cupertino lancia il social network musicale Ping e la sua integrazione con il "libro delle facce". Ma l'accordo con il Ceo di Palo Alto ancora non c'è. E così deve oscurare la nuova funzione.

NON SI TRATTA ancora di una guerra, ma le schermaglie sono già cominciate. La decisione di Apple di entrare nel campo dei social network, con il lancio di Ping 1, ha subito innescato la reazione del gigante Facebook. Sono bastate poche ore perché il "libro delle facce" bloccasse le funzioni del suo rivale, costringendo la casa di Cupertino a una rapida retromarcia e a un aggiornamento del suo neonato social network.

Tra le funzioni presenti nel primo Ping c'era infatti anche la possibilità di trovare i propri amici su Facebook e "importarli" nel nuovo social network. Un comando piuttosto comune in tante applicazioni del web e a cui tutti hanno ormai fatto l'abitudine. Di questa opzione hanno però potuto usufruire solo pochi fortunati, visto che a neppure un giorno dal lancio questa è stata prima bloccata da Facebook (che ha impedito l'accesso al suo database) e poi, una volta che non poteva più essere utilizzata, rimossa dalla stessa Apple. Al momento attuale il programma, il nuovo iTunes 10, non conserva più alcuna traccia di questa opzione.

La retromarcia obbligata della Mela tocca direttamente anche Steve Jobs. Il leader di Cupertino, nella sua presentazione del primo settembre, ha infatti lanciato il nuovo Ping con l'opzione poi scomparsa. Il sito BusinessInsider ha estrapolato dal video uno screenshot che mostra proprio quella opzione e cozza pesantemente con il maniacale perfezionismo che ha sempre caratterizzato le presentazioni di Jobs. In una intervista rilasciata 2 poco dopo essere sceso dal palco, lo stesso Jobs ammetteva che i contatti con Facebook per importare le amicizie c'erano stati, ma erano andati male visto che il social network richiedeva "condizioni troppo onerose perché noi potessimo accettarle".

Nonostante l'esito delle contrattazioni, la Apple ha continuato ad andare avanti nel suo progetto, includendo l'importazione degli amici. Come testimoniato dal blog Techcrunch 3, nelle prime ore dalla comparsa del programma iTunes 10 (la suite che include al suo interno anche Ping) questa opzione esisteva e funzionava e ancora adesso se trova traccia tra le app di Facebook. Ma poche ore dopo il lancio il comando spariva, bloccato direttamente dal sito blu.

La motivazione ufficiale del blocco pare risieda nelle condizioni di utilizzo di Facebook Connect. Il social network di Palo Alto diffonde infatti una serie di strumenti per permettere ad altri siti di condividere le informazioni in esso custodite, ma rispettando alcuni paletti. Tra le limitazioni imposte c'è la necessità di raggiungere un accordo direttamente con l'azienda nel caso di siti o applicazioni che possono contare su un'utenza molto larga. Un caso su tutti è quindi quello di Ping, che può contare su un potenziale di 160 milioni di utilizzatori di iTunes.
Nel recente passato lo stesso trattamento era stato riservato anche a Twitter, il servizio di micro blogging, che aveva introdotto la possibilità di cercare amici da seguire attraverso Facebook. Anche in quella circostanza dopo poche ore l'opzione smise di funzionare e, nonostante gli annunci dei giorni seguenti, a due mesi dal lancio continuano a non esserci aggiornamenti sulla questione.

Secondo fonti vicine ai due neo-rivali, citate dai blog e dai giornali americani, la diatriba tra Facebook e Ping potrebbe trovare una rapida soluzione visto che le parti sono ancora impegnate nella ricerca di un accordo. Per adesso l'unico modo di trovare degli amici su Ping resta la vecchia mail o la ricerca attraverso nome e cognome. Gli amici di Facebook, che l'utente usi Ping o Twitter, per adesso rimangono saldamente e gelosamente custoditi nelle mani di Facebook.

Il caso: Identificata la lanciatrice di cuccioli La polizia avrebbe rintracciato la protagonista del video: è una minorenne. A girare il filmato è stato il fratello

MILANO - Ha provocato un'ondata di sdegno a livello mondiale. Ma ora la ragazza che – in un video urtante – veniva ripresa mentre uccideva sei cuccioli di cane lanciandoli in un fiume, uno per uno, gioendo a ogni lancio tra i guaiti terrorizzati degli animali, ha un nome e un volto. Anche se la polizia bosniaca – che è convinta di averla identificata – per ora non ha voluto comunicarli, visto anche che la giovane è minorenne. A fornire agli agenti della città di Bugojno, nella Bosnia centrale, l'aiuto determinante sarebbero stati, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Ap, i suggerimenti forniti da gruppi animalisti del Paese, che si sono giovati anche dell'aiuto delle nuove tecnologie. Su blog, forum e social network come Facebook, infatti, dopo la pubblicazione del video erano apparsi decine di gruppi di condanna nei confronti del gesto della ragazza, che chiedevano a chiunque avesse idea dell'identità della ragazza di parlare con le autorità. E anche attraverso i consigli giunti di lì la polizia bosniaca potrebbe essersi messa sulle tracce della ragazza, i cui genitori ora rischiano di pagare una multa di 5mila euro per «trattamento crudele di animali». Una «punizione» che – c'è da scommettere - molti, in Rete, troveranno troppo lieve.

IL FILMATO - A girare il video, secondo quanto riferito da Velimir Ivanisevic, a capo di un gruppo animalista di Sarajevo, sarebbe stato il fratello della ragazza. Che non sarebbe la misteriosa Katja Puschnik, una giovane che ha pubblicato un video di scuse sulla Rete. E proprio quanto accaduto alla «vera» Katja – costretta, dopo la diffusione del suo nome, a creare un sito in cui chiarisce di non essere la «lanciatrice di cuccioli», viste le minacce ricevute – ha spinto alcuni blogger a interrogarsi sulla reazione, anche violenta, della Rete di fronte al video. Chris Matyszczyk, su CNet, cita un post di Reddit, che chiede alle persone di riflettere sul potere di lanciare «linciaggi on line» che possono diventare estremamente pericolosi. «Quali sono le probabilità che ora questa ragazza» – il cui nome, pur coperto per ora dalla polizia, probabilmente apparirà su vari siti in tempi rapidi – «possa essere presa di mira, anche fisicamente, perché è stata rintracciata?»

Esteri: Iran, nuova condanna per Sakineh

Il figlio denuncia:
"Per mia madre 99 frustate
Colpa di una foto senza velo
attribuitale ingiustamente"
TEHERAN
Sakineh Mohammadi-Ashtiani, la donna iraniana condannata a morte per lapidazione, con l'accusa di adulterio e concorso in omicidio del marito, è stata nuovamente condannata a subire 99 frustate. Lo denuncia il figlio Sajjad Ghaderzadeh, che ha diffuso una lettera aperta di cui una copia è pervenuta ad Adnkronos.

Nella lettera datata 3 settembre ma diffusa questa mattina, il giovane fa riferimento a un articolo pubblicato dal London Times il 20 agosto, in cui appare una foto della madre. «Per ragioni sconosciute, il London Times ha pubblicato, invece della foto di mia madre, quella di un'altra donna che non indossa il velo», spiega Sajjad.

«Non è stato possibile incontrarla dal giorno della sua intervista in tv - continua -. Secondo informazioni giunteci dalle donne che sono state rilasciate la scorsa notte dal carcere femminile, la pubblicazione di questa foto ha dato alle autorità carcerarie una scusa per aumentare il loro accanimento contro mia madre». «È stata convocata dal giudice che si occupa della cattiva condotta in carcere - aggiunge Sajjad - ed è stata condannata a 99 frustate sulla base della falsa accusa di diffondere la corruzione e l'indecenza, diffondendo quella foto di una donna senza velo che si presume erroneamente che sia lei».

Tv: Ventura, l'Isola che non c'è Simona: "Io non ho padrini". Sogno una prima serata con Fiorello

Supersimo ne ha per tutti. In un'intervista a "Panorama" vuota il sacco sul programma dei naufraghi, su X-Factor e su Lele Mora. Rivelando un sogno: una prima serata con Fiorello

di Libero News

"L'Isola? Per il momento non è in palinsesto". Vuota il sacco Simona Ventura e lo fa in un'intervista a Panorama in cui non risparmia bordate anche su X-Factor e frecciatine a Lele Mora.

Di più. Supersimo coglie l'occasione per replicare agli attacchi di chi sostiene che in Rai non si lavora senza avere padrini, e si difende dicendo: "Io di padrini non ne ho, sono trasversale e mantengo la mia autonomia". Tocca anche l'impopolare tema degli stipendi di chi lavora per la rai, così tante volte finiti sotto accusa per le loro cifre da capogiro per taluni artisti e conduttori del suo calibro. E difende Antonella Clerici spiegando: "Chi è in Rai viene messo in croce, non si calcola l'indotto di quello che un artista porta in termini pubblicitari a un'azienda".

La signora numero uno della tv italiana ne ha anche per il suo ex agente Lele Mora, per i giri con cui oggi s'accompagna, ma prima lo difende: "Umanamente sarò sempre legata a lui: gli devo la mia fortuna. Fu lui a chiamare Carlo Freccero per mandarmi in Rai. Con lui ho guadagnato tanti soldi". Ma poi gli lancia una frecciata: "Purtroppo si è fatto trascinare dal cuore e si è legato a persone di dubbia moralità".

Ma venendo ai suoi impegni in tv, davvero assisteremo a una stagione senza Isola? Simona lo aveva già accennato a luglio, e ora le sue parole suonano come una conferma: "Per il momento non è in palinsesto. Bisognerebbe chiedere ai dirigenti Rai cosa intendono fare, ma io non sono per spremere il limone finché non è finito". Se venisse a mancare davvero la sua conduzione dell'Isola, si aggiungerebbe un'altra crocetta all'elenco dei programmi che Supersimo non fa più. L'ultimo eclatante da cui si autoescluse fu X-Factor, del cui epilogo cui rivela: "Ho preso più fango che altro. Oggi ci sono interessi discografici troppo forti, per questo manca in giuria un personaggio tv e di spettacolo". Un sogno nel cassetto ce lo ha anche Simona, e si chiama Fiorello: una prima serata in tv con il popolare showman.

MotoGp: Lorenzo: "Da Valentino non ho imparato nulla"

Motogp, il futuro campione del mondo: «Il mio modello? Biaggi»

Non sbaglia nulla, ma fino a un anno fa cadeva di continuo. Ha la moto più forte, ma non ha ancora rinnovato per il 2011 (dettagli legati agli sponsor). Soprattutto: è il prossimo campione del mondo 2010 della MotoGp. L'unico che non ha smarrito le certezze a contatto con Valentino Rossi: il contrario, casomai. Jorge Lorenzo, 23 anni, pondera le parole e ha una certezza:
«Valentino non mi ha insegnato niente».

A inizio carriera era un pilota pazzo, ora è un abile calcolatore. Come ha fatto?
«Ho una storia simile a Federer: prima spaccava racchette, poi si è calmato. L'uomo è fatto di abiti che non vuole togliere, cambiare se stessi è una violenza. È una ricerca continua e faticosa. L'essere umano è come il mio numero, il 99: angelo e diavolo. Non puoi avere solo pregi o solo difetti».

Forse però adesso è diventato un po' robot.
«Non puoi piacere a tutti. C'è chi dice che sono supersimpatico e chi mi detesta. Come per le esultanze. L'importante è che la mia vita piaccia a me».

Cosa ha pensato quando a febbraio si è rotto il polso?
«Che avevo rischiato troppo. L'infortunio era la risultanza di una mia colpa. Freddamente l'ho capito e dall'errore ho imparato. Quasi tutti tendono a fare gli stessi sbagli, io provo a non farlo».

Due anni fa ammise: «Ho paura di morire». Adesso?
«È impossibile andare veloci se pensi alla morte. È qualcosa che si retroalimenta a ogni curva. Dissi quella frase dopo l'incidente a Montmelò. Battei la testa, dopo tre giorni non ricordavo nulla. Ebbi troppo tempo per pensare: la moto mi terrorizzava. Poi, lentamente, pensi: "Okay, è pericoloso, ma non quanto credi"».

Per Peter Lenz è stato molto pericoloso: è morto sei giorni fa a Indianapolis. Aveva 13 anni.
«Come sempre, le regole si cambiano dopo una tragedia. Quel ragazzo è la vittima che serviva per aumentare il limite di età nella 125 da 15 a 18 anni. Sono d'accordo, ma non sono un esempio da seguire: guidavo moto simili già a 11 anni».

Rossi dice che, grazie a lui, lei ha imparato molto.
«Non so perché dica questo. Valentino non mi ha lasciato imparare nulla: fin dall'inizio ha voluto il muro ai box, uno pneumatico diverso da me... Però la moto era la stessa e sfidandolo ho potuto migliorarmi. Fino a quando ho cominciato a vincere io. Valentino non mi ha mai detto: "Jorge, questo si fa così". Non solo non mi ha insegnato niente, ma ha fatto di tutto perché non imparassi nulla».

È andato via dalla Yamaha per colpa sua?
«Non sono nella sua testa. Di sicuro la mia crescita non lo ha spinto a restare».

Rossi ha sopraffatto i rivali anche a livello mentale: Biaggi, Gibernau, Stoner. Lorenzo no. Perché?
«Perché non dipendo dagli altri. Non mi interessa cosa fa Valentino. Sono ossessionato solo da me stesso. È me che devo sconfiggere, non Rossi».

Ha mai pensato che l'infortunio al Mugello abbia paradossalmente danneggiato lei e non Rossi? Valentino avrà sempre quell'alibi per spiegare la sconfitta.
(sorride) «Ci ho pensato. La gente mi ripete: "Sei stato fortunato". "Certo", rispondo io, "si è fatto male apposta per aiutarmi". Rossi è caduto al Mugello perché andava al limite, e andava al limite perché lo avevo appena battuto a Jerez e Le Mans. Ero più forte di lui e l'ho costretto all'errore, come era capitato a me nel 2008 e 2009, quando era superiore a me. In moto funziona così».

Nel 2011 sarà una lotta a due?
«Ci saranno anche Pedrosa e Stoner».

Per Capirossi lei è un talento costruito, non puro come Rossi.
«Non sono d'accordo. Non è che il talento puoi estrarlo dal sangue e quantificarlo. Il talento più istintivo tra noi è Stoner. Io e Valentino lavoriamo entrambi molto, non lo ritengo più "puro" di me».

Ha mai avuto un idolo?
«No, ma mi piaceva Biaggi. Lo so che per voi italiani è strano, lui non è molto simpatico, però lo vidi duellare nel '95 con Harada e apprezzai il suo stile di guida pulito».

Le spiace sapere che Pedrosa in Spagna sia più amato di lei?
«In ogni paese la gente va con chi vince. Pedrosa è arrivato prima, in ogni classe. Adesso che vinco io, la dinamica sta cambiando».

«Per essere felici non basta una coppa»: sono parole sue.
«Non sei mai felice fino in fondo. Puoi esserlo dieci minuti, non di più. Per apprezzare la felicità, devi attraversare momenti complicati. È una montagna russa. E non è detto che il punto più alto coincida con una vittoria».

Moda: Un autunno in allegria con i vestiti delle nonne

Il revival mixa il kilt
con i camperos, il parka
con la spilla di strass
antonella amapane

Ieri è meglio di domani. Indietro tutta come i gamberi. L'autunno nella moda è scandito da un'affettuoso «do you remember». Dopo aver scippato a lui camicie Oxford e giacconi Barbour - e dopo aver saccheggiato l'armadio delle figlie adolescenti - le donne fanno man bassa nei cassetti della nonna. E il revival di oggetti-abiti-accessori, da recuperare e rilanciare è vastissimo.

Si torna alle origini, allo chic vero che parte alla fine degli Anni Quaranta e si ferma ai Settanta. Complice, il fenomeno del vintage da cui attingono pure gli stilisti. Gli '80 e i '90? Robaccia. Li abbiamo già ampiamente resuscitati nelle stagioni scorse. Troppo visti. Meglio accarezzare con sguardi nostalgici i periodi dell'eleganza che non ammetteva cadute di stile, quella rigorosa e blasè, guidata dalle capostipiti delle grandi famiglie internazionali.

Donne d'acciaio, un po' eccentriche, circonfuse da un alone di vaniglia, tabacco e «Shalimar». Adorate dai nipoti e temutissime dalle nuore. Lady iconiche come Rose Kennedy, charmosa nei fascianti abiti a fiori impreziositi da tre giri di perle king size. O Nadine de Rothschild, che aveva il vezzo di sottolineare i suoi strepitosi occhi verdi con un tandem di spille in smeraldi appuntate sulla spalla destra. E ancora, Liliane Bettencourt (la magnate di Oréal) ancora oggi sottile e super-chic nei tailleur a matita che sfoggia sempre con una sciarpa serrata a cravatta. Per non parlare della Regina Elisabetta: dimenticare gli abiti sorbetto, copiare le tenute a Balmoral, fatte di kilt, tween set e giacche in tweed che mai come adesso sono capi cult.

Il mix fra il «nuovo» riveduto e corretto dalle griffe e il «vecchio» che molte hanno conservato risulta curioso e nuovo. Anche perché le giovani esibiscono gli evergreen con il twist di oggi. Quindi, i kilt con gli stivali caperos, le broche sull'eskimo, la borsetta da «sciura» con i jeans... Tutte cose che spesso hanno trovato in casa, reperti «di nonna» conservati dalle figlie nello scrigno dei souvenir perché hanno il profumo del «come eravamo... ricche, belle, giovani, ben educate, chic o semplicemente piene di sogni».

Vince il ricordo delle famiglie ristrette e bacchettone (altro che allargate) con matriarche granitiche, eminenze grigie che il pomeriggio - vestite di tutto punto - si sedevano in veranda a giocare a bridge, facendo tintinnare i braccialetti charms, e la sera uscivano in stola di visone e abito a ruota con i mariti, fondamentali supporter delle loro carriere. Capaci di orchestrare la vita di tutti, perché nella coppia i pantaloni li portavano loro: decidevano con un'occhiata chi si sposava con chi, quelli che facevano parte del clan o dovevano starne fuori... Un bell'incubo per gli esclusi, ma tant'è. Ancora una volta la moda, rifacendosi allo stile delle fascinose «granny» - così l'hanno soprannominato le riviste anglosassoni - traduce nell'estetica, con tutti i limiti del caso, un diffuso bisogno di certezze e punti fermi che in questo momento latitano.

Festival Cinema Venezia: Coppola: noi matti dello showbiz (ma non ce l’ho con la tv italiana)

La regista applauditissima
per "Somewhere": Telegatti
come Las Vegas

La solitudine dei «figli di», lo straniamento di chi ha passato più tempo in albergo che a casa, le vite sopra le righe di chi è abituato a stare perennemente sotto i riflettori. Con Somewhere, ieri al Festival in contemporanea con l'uscita nelle sale italiane (250 copie con il marchio Medusa), Sofia Coppola torna a parlare di sé, di un mondo dello spettacolo vacuo e scintillante, di artisti, come il protagonista Johnny Marco (Stephen Dorff), che scoprono tardi il significato dell'essere padri: «La storia non parla solo di me, ma certo contiene episodi che si rifanno alla mia esperienza personale, ai ricordi di quando accompagnavo mio padre in giro per il mondo, alla sensazione di stargli accanto sentendo che c'erano tante persone attratte dalla sua arte, all'entusiasmo che provavo entrando nel mondo degli adulti». La figlia di Johnny Marco si chiama Cleo (Elle Fanning), è una bambina che sta per diventare ragazza, in bilico tra la felicità di un'esistenza insolita e il vuoto di genitori spesso assenti: «Il personaggio è ispirato a una mia amica, ma è chiaro che, in tutto il mio lavoro di sceneggiatrice e di regista, il collegamento personale è forte». Tra l'altro Somewhere è più che mai un'opera di famiglia dove hanno lavorato, come produttori, sia Francis Ford Coppola che il figlio Roman: «Mio padre - spiega Sofia con il suo tono sommesso da ragazza beneducata - mi ha sempre spinto a girare film anche piccoli, a patto che però siano davvero miei e indipendenti».

Il viaggio di conoscenza che metterà Johnny Marco davanti alla realtà della paternità, inizia nel celebre Chateau Marmont di Los Angeles e comprende una variopinta tappa italiana, con il protagonista coinvolto sul palcoscenico dei Telegatti, Simona Ventura che lo presenta, Nino Frassica che ha fa la spalla, Valeria Marini che gli danza intorno intonando una canzonetta senza senso. L'Italia della tv più vista, ama anche più becera: «Molti anni fa ho partecipato a un'edizione dei Telegatti, è un mondo che conosco e che non considero troppo diverso da quello di certi show di Las Vegas, è il segno di una globalità che ci riguarda un po' tutti. Ho voluto metterlo in scena per sottolineare il contrasto con quello di una ragazzina come Cleo». Certo, lo spaccato è tutt'altro che edificante, così come l'assalto dei cronisti e la pioggia di domande peregrine: «Amo la cultura italiana - ribatte Coppola -, quando si arriva in un Festival è sempre così, ci sono tante persone che ti accolgono e ti chiedono cose, è il cinema che è fatto così, ovunque. Non volevo esprimere un giudizio specifico sull'Italia». Durante lo show Maurizio Nichetti riceve un premio, e Laura Chiatti, nella notte che segue, è una conquista passeggera di Johnny Marco: «Li ho voluti per rendere più autentica quella parte del film, specialmente pensando al pubblico italiano che vedrà Somewhere. La tv in Italia è peculiare, diversa dalla nostra, sopra le righe. Trovarsi, da stranieri, in quel tipo di contesto, rende ancora più intenso il legame tra il padre e sua figlia». I giornalisti, comunque, «hanno una funzione importante, possono aiutare un piccolo film a raggiungere un pubblico grande».

Anche Los Angeles ha le sue manie, ma con le dovute differenze: «È una città un po' dura, un po' spigolosa, può trasmettere quella sensazione di estraneità. Ci ho vissuto negli Anni 90, allora tutto era più innocente, forse perché era prima che dilagassero i tabloid e le feste piene di celebrità. Allo Chateau Marmont, per esempio, i paparazzi non erano ammessi, e i reality-show ancora non esistevano. Oggi invece ce ne sono in abbondanza, anzi, ho l'impressione che la gente stia al check-in solo per essere fotografata.

Lo Chateau sembrava un mondo privato, adesso, invece, è diventato il fulcro di quel tipo di cultura pop». Nel finale, sulla faccia stropicciata di Stephen Dorff, finalmente sceso dalla sua Ferrari nera, appare un sorriso che significa cambiamento, fine di quell'equilibrio precario così noto a chi sceglie il mestiere dell'attore: «Quando reciti in un film la troupe diventa la tua famiglia e quando tutti vanno per la loro strada, ci si sente soli, con niente da fare. È capitato anche a me, infatti, appena finito Somewhere, ho detto a Sofia "se mi prendi per un altro film, fallo più lungo, così mi sentirò meno solo"».

Calcio: La ricetta della punizione perfetta... Roberto Carlos

Non c'è bisogno di matematica
o fisica. Il calcio da fermo ideale
è quello che entra in rete

Come faccio a dimenticarla? La punizione di Roberto Carlos, quella punizione, mi impressionò, un gesto tecnico sensazionale, da restare a bocca aperta. Ora mi chiedete se sia stata la punizione perfetta, anzi se ne esista una. Fidatevi, esiste, è quella che entra in rete, la punizione vincente. Non c'è bisogno di disturbare matematici e fisici.

Nel calcio il risultato assorbe l'esecuzione, come il contenitore con il contenuto. Pensate che se quella punizione fosse andata fuori di un soffio, o fosse finita sul palo, pensate che se Barthez l'avesse parata ne verrebbe ancora esaltata l'importanza? Dubito che l'avrebbero studiata per analizzarla. La bellezza sta nell'essenzialità: il pallone è entrato, non importa come, se con un effetto particolare o perché è stato calciato forte, all'incrocio dei pali o sul palo interno, spiazzando o no il portiere. Tutti particolari. Anche perché con i palloni di adesso si sono moltiplicati i modi di calciare: se colpisco bene, in un certo modo, imprimo subito una traiettoria particolare.

Dunque, se la perfezione è il risultato, come faccio a raggiungerla? Alla base di tutto c'è il talento, una sorta di perfezione inconsapevole, legata alle capacità tecniche e mentali di chi calcia. La testa è importante, ci sono una serie di dati da analizzare e c'è una decisione da prendere, in poco tempo. Devi valutare la posizione in cui ti trovi, quella della palla e del portiere tra i pali, studiare la collocazione della barriera e dei compagni. È chiaro che da 30 metri difficilmente tenterai un tiro a giro: niente di matematico, semmai un po' di filosofia. E gli allenamenti? Incidono sulle percentuali di successo, più ti eserciti più sono alte, ma gli allenamenti non sopperiscono al talento.

All'inizio della mia carriera, segnavo quasi esclusivamente tra i 16 e i 22 metri. Con il passare del tempo ho allungato le distanze e variato i modi di calciare, anche a seconda delle condizioni climatiche e del terreno. Ho una mia posizione ideale, diciamo tre passi a sinistra dal centroporta. E quando riesco a far gol sento di aver raggiunto la perfezione, la massima efficienza.

Politica: Berlusconi, niente processo breve nella mozione giustizia in Parlamento

Rivolgendosi ai Promotori della Libertà, il leader Pdl annuncia la fiducia sui cinque punti programmatici, nuove elezioni in caso di mancato sostegno alla maggioranza ("ma non accadrà") e invita i finiani a restare nel Pdl: "Potranno contare sulla nostra amicizia anche nel momento della formazione delle nuove liste elettorali". Poi, chiede ai sostenitori di denunciare il piano eversivo della sinistra in combutta con i magistrati


ROMA - Nella mozione sulla giustizia da portare al voto del Parlamento non dovrebbe rientrare il processo breve. Lo afferma Silvio Berlusconi in un nuovo messaggio audio ai Promotori della Libertà. "Per quanto mi riguarda, dentro la mozione sulla giustizia che porteremo all'approvazione del Parlamento prossimamente non dovrebbe esserci alcun riferimento a questo cosidetto processo breve". "Siccome quando si tratta di giustizia e di processi non c'è una norma che non tocchi, non riguardi uno dei tanti processi o meglio delle tante aggressioni che mi sono state rivolte in questi anni per tentare di sovvertire il voto degli italiani - aggiunge il premier -, anche se questa norma è giusta e anzi assolutamente doverosa, la sinistra e i suoi giornali la fanno diventare uno scandalo e la mettono al centro di una campagna ancora e sempre contro di me. Allora io voglio rassicurare ancora una volta la sinistra".

Berlusconi annuncia quindi che alla riapertura delle Camere il suo governo chiederà la fiducia al Parlamento su cinque punti programmatici in cui attuare le riforme: riforma tributaria, il federalismo fiscale, la sicurezza, l'immigrazione, il rilancio del Sud e, appunto, la giustizia. "Abbiamo elaborato le priorità e gli interventi concreti sui quali il Parlamento dovrà pronunciarsi nelle prossime settimane - afferma il premier -. Dunque, alla riaperture delle Camere, ci impegneremo affinché sia votata la fiducia su questi cinque punti".

Il premier si rivolge anche ai finiani di Futuro e Libertà: chi resta con il Pdl avrà la sua amicizia, anche nel momento della formazione delle nuove liste elettorali. "Non c'è bisogno di ripeterlo, ma con l'occasione voglio ricordarlo ancora una volta: tutti i nostri parlamentari che, avendo prima deciso di fare parte di un nuovo gruppo, dovessero per senso di responsabilità e per lealtà nei confronti degli elettori che li hanno votati, decidere di restare nel gruppo del Pdl, tutti, nessuno escluso, potranno contare sulla nostra amicizia, sulla nostra solidarietà e lealtà, anche nel momento della formazione delle liste elettorali".

Sulla prospettiva di nuove elezioni, Berlusconi garantisce che in caso di mancato sostegno alla maggioranza si andrà al voto. "Se proprio dovesse succedere - dice Berlusconi - torneremo dagli elettori che sapranno bene a chi dare il loro voto". "Ma sono sicuro - aggiunge il leader del Pdl - che questo non succederà".

In ogni caso, per Berlusconi, l'attuale legge elettorale va più che bene. "Certo non si può dire che non rispetti il principio basilare della democrazia liberale: e cioè che il popolo sia sovrano". afferma il presidente del Consiglio -. In Italia grazie a questa legge, è finalmente il popolo che con il suo voto al contrario di quanto succedeva prima, decide chi sarà il presidente del Consiglio, quali saranno le alleanze di governo e quale sarà il programma che il governo e la maggioranza parlamentare si impegnano a realizzare. A questo principio sacrosanto, l'opposizione di sinistra, prigioniera del passato, continua a preferire i vecchi giochi di Palazzo. L'obiettivo fin troppo scoperto è quello di sovvertire il verdetto elettorale e di portare al governo loro stessi, cioè chi ha perso le elezioni".

A questo punto Berlusconi chiede ai Promotori della Libertà di adoperarsi in un'opera di denuncia del piano "eversivo" ordito dalla sinistra in combutta con parte della magistratura per ribaltare il risultato delle ultime elezioni. "Voi, nei contatti con gli altri, dovete denunciare ai nostri elettori, ai nostri simpatizzanti proprio questo continuo tentativo eversivo, neanche troppo nascosto anzi ormai scoperto, di ribaltare i risultati elettorali, di ribaltare la democrazia con il soccorso di alcuni magistrati di sinistra".

Tracciando un bilancio dell'attività estiva del governo, Berlusconi sottolinea come con la manovra di luglio l'Italia fosse travolta da una crisi come quella greca. "Sul piano economico-finanziario, pur avendo garantito la solidarietà e la pace sociale, la nostra politica del rigore attuata con le misure sui conti pubblici con le garanzie ai risparmiatori e alle banche è stata vincente e largamente apprezzata dall'Unione Europea, dalla commissione di Bruxelles e dal Fondo Monetario. E voglio ancora ricordarvi che la manovra di 25 miliardi varata a luglio senza provocare quell'ondata di scioperi ipotizzata dalla sinistra ha messo l'Italia a riparo dalla crisi finanziaria che aveva colpito la Grecia e sconvolto l'Europa e buona parte del mondo".

Gossip: Belen Rodriguez foto caste per calendario 2010 della Tim

Spuntano alcune foto di Belen per il calendario Tim 2010. Belen è sexy e seducente nonostante le pose caste senza alcuna scena di nudo

Belen Rodriguez tra passato e futuro. Mentre si vocifera che Belen sarà con Greggio e Facchinetti a Sanremo 2011 ecco spuntare delle nuove foto (ma vecchie) di cui è indiscussa protagonista.

Si tratta di scatti per il Calendario Tim 2010 di cui Belen è testimonial ormai da anni. Nelle foto non ci sono parti del corpo scoperte, nessun vedo- non- vedo che stimola la fantasia dei maschietti ne tantomeno pose senza veli ma nonostante ciò le foto sono ad alto tasso erotico.

Sarà lo sguardo magnetico della sorella di Cecilia Rodriguez o forse un'innata sensualità e un fortissimo sex appeal, fatto sta che il risultato del calendario è eccezionale nonostante la fidanzata di Corona sia completamente vestita in ogni foto.

La soubrette indossa abitini corti aderenti dai colori sobri e riesce a farlo con classe: nessuna posa osè ne oscenità come spesso accade quando una bellezza posa per un calendario. Certo gli scatti per la Tim sono tutt'altra cosa rispetto alle foto di Belen e Corona nudi a Formentera ma, d'altronde, qui si tratta di lavoro e non si poteva esagerare.

In questi giorni è tornato a circolare sul web il calendario 2010 con le foto del backstage in attesa di vedere quello 2011 che potrebbe vedere la bella Belen affiancata dal suo compagno di spot Cristian de Sica. Sembra prematuro parlare di calendari 2011 dal momento che siamo solo a Luglio ma in molti già lavorano per l'anno che verrà: il calendario 2010 Mitici 80 è solo il primo di una lunga serie di calendari che si susseguiranno a partire dal prossimo autunno.

Le forme di Sarah Nile hot e la pupa maggiorata Francesca Cipriani da una parte, Belen e la Tim dall'altra saranno presto seguite a ruota da tante bellezze italiane e non che faranno a gara per entrare nei cuori e nelle stanze degli italiani.

In bocca al lupo a tutte e che vinca la migliore!

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Gossip: Sarah Nile e Francesca Cipriani presentano il Calendario 2011 Mitici 80

Presentato ufficialmente il primo calendario per l'anno che verrà. A Milano le protagoniste Sarah Nile, Francesca Cipriani e tante altre

E' ufficialmente pronto il primo Calendario 2011 e tra poco sarà anche nelle edicole pronto ad entrare nelle case di tutti gli italiani.

Si tratta del Calendario 2011 Mitici 80 dedicato alle principali icone degli anni 80 ed ispirato alla trasmissione Mitici 80 in onda in questi giorni su Canale 5.

L'idea è di Sabrina Salerno ancora sulla cresta dell'onda nonostante l'età e il nuovo calendario sarà di sicuro un successo.

Dopo le foto di Sarah Nile hot per il Calendario e quelle delle altre colleghe tra cui Florina Marincea pupa da calendario c'è stata la presentazione ufficiale a Milano pochi giorni fa. Alla serata di gala organizzata da R.T.I. E seguita da Tgcom non potevano mancare le protagoniste degli scatti hot: Florina Marincea, Lisandra Rodriguez e la coniglietta più amata d'Italia: Sarah Nile.

Le 4 bellezze figlie della tv italiana hanno tolto i panni delle icone sexy Kim Basinger, Carmen Russo, Sabrina Salerno, Edwige Fenek e sono tornate nei propri: tutte super abbronzate, eleganti e sorridenti hanno posato mostrando il mese del calendario che le rappresenta prima di essere immortalate tutte insieme per le foto di rito.

Il calendario sarà in edicola a partire da Venerdì 16 Luglio un po' in anticipo sui tempi: in attesa di vederlo potete riscaldarvi con le foto del backstage del calendario 2011 Mitici 80.

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Calendario 2011 Mitici 80: foto del backstage di Sarah Nile e Florina Marincea

Ancora foto inedite del calendario 2011 Mitici 80. L'attenzione è concentrata soprattutto sulle pose sexy della coniglietta Sarah Nile

Abbiamo ampiamente parlato del primo calendario ufficiale per il prossimo anno: il calendario 2011 Mitici 80 è stato presentato a Milano nei giorni scorsi con 4 madrine che non potevano mancare.

Si tratta delle protagoniste degli scatti osè spalmati sui 12 mesi del 2011: le pupe Francesca Cipriani e Florina Marincea con Lisandra Rodriguez e la gieffina più richiesta del Grande Fratello 10.

Dopo aver pubblicato una prima parte delle foto del backstage del calendario con Sarah e Francesca, grazie al Tgcom possiamo mostrare in fotogallery anche la seconda parte. Stavolta non c'è la pupa maggiorata per cui gli occhi sono tutti posati su di lei: Sarah Nile hot per il calendario 2011.

Prima di partire con Veronica Ciardi per una vacanza top secret Sarah si è spogliata in uno studio fotografico senza pensarci troppo su. Tacchi a spillo, mini shorts succinti che mettono in risalto la sua tintarella perfetta ma, soprattutto, un topless mozzafiato che lascerà tutti i suoi fans senza parole. Alla coniglietta piace osare, si sa, e in una foto si è fatta ritrarre completamente nuda coperta solo da un piatto di pasta nella zona più intima ma anche nelle altre non è più coperta: il seno completamente nudo è una costante delle sue foto per il calendario che uscirà Venerdì 16 Luglio in tutte le edicole.

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La seconda tranche di foto dunque è dedicata quasi esclusivamente a Sarah eccezion fatta per pochi scatti la cui protagonista è la pupa Florina Marincea passata ai calendari hot. Inevitabile anche qualche momento di stanchezza dopo tanto lavoro sul set: un'assistente alla fotografia è distrutta dalla fatica a fine giornata e cerca di riposare le gambe in una breve pausa.

Gossip e tv: Manila Gorio vuole partecipare a Uomini e donne come il primo tronista trans

Manila Gorio ha portato i tronisti in giro per l'Italia con The Kings of the night ma adesso è lei a voler salire sul trono di Uomini e donne

Manila Gorio è stata uno dei protagonista dell'estate, grazie al suo reality show itinerante The King of the night, dove ha riunito una quindicina di ex tronisti e li ha seguiti 24 ore su 24.

Il suo programma è stato molto apprezzato dal pubblico e la trasmissione ha fatto anche scoccare la scintilla tra Giuseppe Mazzitelli e Terry Schiavo.

Manila, ha 28 anni ed è transessuale, e ha molti progetti per il futuro, A Mondoreality ha rivelato il suo desiderio di voler partecipare a Uomini e donne, come il primo trans tronista.

L'imprenditrice si è rivolta direttamente al deus ex machina: "Chiedo proprio esplicitamente a Maria De Filippi di prendermi come tronista. Io combatto proprio per sta cosa, vorrei sdoganare il fatto che una transessuale sia un oggetto del desiderio e trasgressione. È il momento di sdoganare il tronista etero".

"E' arrivato l'anziano dopo l'uomo e la donna, però non è mai arrivata la trans su un trono. Mi piacerebbe avere alla mia corte mille uomini normali, etero, così come succede nella vita di tutti i giorni".

Tra i suoi presunti flirt ci sono anche Giuseppe Mazzitelli, Rocco Pietrantonio e Matteo Guerra, sul quale ha qualcosa da dire: "Matteo credo che mi abbia sorpreso, non lo so lui adesso cosa vorrà dire e cosa no, però dal punto di vista personale Matteo sia intanto una persona che mi ha sorpreso. Mi ha sorpreso davanti a tutti, nel senso che con me è stato dolce, è stato carino. Credo che abbia un passo in più rispetto a tutti gli altri".

Manila, nella speranza di poter salire sul trono, ha già in mente un nuovo progetto, che inizierà a fine settembre, 'La masseria'.

Uomini e Donne: Ramona e Mario insieme all’Expo di Ischia... foto

Ramona e Mario sono stati fotografati insieme all'Expo di Ischia

La favola rosa di Ramona e Mario continua. Intanto gli appassionati di Uomini e Donne possono tirare un sospiro di sollievo. Infatti, proprio ieri, è stata registrata la prima puntata con il ritorno del trono over, Angela favolosa cubista e Francesco Arca.

L'attesa è quasi al termine, non ci resta che continuare a seguire una delle coppie più amate, nate alla corte di Maria De Filippi. Stiamo parlando Ramona Amodeo e Mario De Felice. I due piccioncini sono stati pizzicati insieme all'Expo di Ischia e le foto sono la chiara testimonianza di quanto il loro amore proceda a gonfie vele.

Eppure molti sostenitori della coppia smisero per qualche secondo di respirare, quando Ramona rifiutò la convivenza. La notizia mise in allarme i loro fans ma la preoccupazione ebbe vita breve.

I piccioncini erano, infatti, intenzionati a convolare a giuste nozze non prima però della laurea di Ramona Amodeo innamorata di Mario De Felice. Intanto i due innamorati hanno deciso di godersi la vita da fidanzatini e si sono lasciati fotografare insieme a vari eventi mondani e, tra questi, non poteva ovviamente mancare l'Expo di Ischia.

Anche in quest'occasione i due non si sono lasciati intimidire dalla presenza dei loro fans e si sono lasciati andare a manifestazioni pubbliche d'affetto come capitò anche al party di Playboy, quando i due suggellarono il loro amore con un bacio sulle labbra.

Nella famosa isola campana non sono mancati sguardi languidi, sorrisi e tenerezze da mille e una notte. Speriamo di poterli ammirare sempre così, innamorati e felici come il primo giorno, quando Ramona Amodeo e Mario tornarono a Napoli tra il tripudio generale.

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Il caso: Ardi Rizal: baby fumatore a due anni in clinica per disintossicarsi, le foto

Ardi Rizal è stato portato in una clinica per aiutarlo a smettere di fumare

Ci sono storie che non si dimenticano, nomi che restano impressi a fuoco nella memoria. È il caso di Ardi Rizal bambino indonesiano di due anni alle prese con uno dei vizi più pericolosi per la salute umana: le sigarette.

Il piccolo era capace di fumare all'incirca 40 sigarette al giorno con il beneplacito dei genitori, incapaci di opporsi alla dipendenza del loro bambino che "avrebbe dato in escandescenze" in caso di diniego.

Diana, la mamma, aveva dichiarato sulla vicenda: "E' completamente dipendente dal fumo. Se non ha le sue sigarette, si arrabbia, urla, sbatte la testa al muro. Mi dice di sentirsi stordito e stanco", mentre il padre aveva confessato a cuor leggero "A me sembra stia benone, non vedo problemi".

I servizi sociali erano, per fortuna, di un'altra opinione e si sono interessati al piccolo, portandolo in una clinica di riabilitazione per aiutarlo ad allontanarsi dalle sigarette. Il soggiorno forzato è durato un mese con la speranza di permette al baby fumatore di respirare a pieni polmoni.

Ci sono state crisi d'astinenza e non sono mancati i momenti difficili ma Ardi, stando alle ultime indiscrezioni, pare abbia lasciato ieri la clinica di Jakarta per riunirsi finalmente a suo padre. Non è la prima storia di minori costretti a vivere i disagi degli adulti.

Anche Tressa Middleton mamma a 12 anni suscitò l'interesse di pubblico e mass media. Si nutre sempre l'ingenua speranza di poter vedere i propri figli vivere con serenità la loro infanzia ma, molte volte, storie simili ci lasciano sgomenti e con la bocca spalancata.

Ogni cucciolo di uomo ha diritto al suo angolo di paradiso e se gli adulti non lo capiscono, allora, la giustizia deve fare il suo corso, come nel caso di Ardi Rizal.

Cinema Gossip: John Travolta gay: rivelazioni shock di Robert Randolph

Clamorose rivelazioni di uno scrittore al "National Enquirer" sull'attore sono già uno scandalo

Le voci su una presunta omosessualità di John Travolta non sono certo una novità. È da quando l'attore americano ha salutato un uomo baciandolo sulla bocca prima di salire su un aereo che i gossippari di tutto il mondo vogliono vederci chiaro.

Dopo il bacio incriminato Travolta protagonista di From Paris with love ci ha scherzato su bissando il bacio in diretta tv, questa volta cogliendo del tutto impreparato il suo collega Kirk Douglas. Ma chissà se anche stavolta riuscirà a sdrammatizzare e a giocarci su, ora che le accuse sono ben più gravi.

A parlare stavolta è un amico del 56enne il quale si è sottoposto alla macchina della verità per un'ulteriore conferma della veridicità delle sue esternazioni. I primi sospetti di Randolph sull'omosessualità di John Travolta erano emersi anni fa nel suo libro "You'll Never Spa in This Town Again" in cui spiegava anche che il matrimonio del protagonista di Grease con la bella moglie sia stato solo una finzione.

Il tono e le parole dell'ultima intervista dello scrittore sono inequivocabili: "A John piacciono i ragazzi sono anni che fa sesso con loro alle spalle della povera moglie. E' venuto da me diverse volte, ma io ho sempre rifiutato". Nell'ambiente di Hollywood tutti sarebbero a conoscenza delle preferenze sessuali dell'attore, moglie compresa: "Anche lei, non può non sapere", ha tuonato infine Randolph.

A qualcuno suonerà molta strana questa notizia: John Travolta è sempre stato uno dei sex symbol del cinema mondiale, agli occhi di tutti un latin lover come pochi: anche nello spot tv Telecom con Michelle Hunziker John Travolta gioca a fare il cascamorto con la showgirl svizzera per conquistarla. Tutta una finzione? Anche se fosse i fans continuerebbero ad amarlo.

Calendario sexy: Nina Senicar calendario 2011: seno in vista e lato b in mostra, le foto

Un backstage da capogiro quello del nuovo calendario di Nina Senicar.

Magra al punto giusto, seno tonico, pelle abbronzatissima, capelli sciolti e naturali, sguardo profondo, lato b impeccabile: così appare Nina Senicar negli scatti del backstage del suo prossimo calendario 2011. Immortalata dal settimanale Chi, la showgirl indossa solo un paio di shorts sapientemente tagliuzzati sul retro.

Dopo aver visto il video di Nina Senicar hot all'Isola dei Famosi, intenta a fare uno spogliarello davanti al vincitore del reality Daniele Battaglia durante il Galà di chiusura, non avevamo dubbi: prima o poi il successo (e con questo il classico calendario) sarebbe arrivato.

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Le foto "rubate" da Chi sono state scattate in Puglia e per l'esattezza a Fasano, nel Brindisino, dove l'ex naufraga ha posato per un calendario che promette 12 mesi davvero hot, proprio come quelli del calendario di Mitici '80 con quattro vip in topless che, proprio come la Senicar, sono emerse nel corso dell'anno e hanno raggiunto una fama davvero inaspettata. Stiamo parlando delle due Pupe Francesca Cipriani e Florina Marincea, della gieffina Sarah Nile e di Lisandra Silva, meglio conosciuta come Madre Natura…

Insomma non resta che scegliere tra le pose plastiche e un pò "costruite" del calendario ispirato alle icone degli anni '80 (come Samantha Fox, Kim Basinger, Farrah Fawcett, Lory Del Santo, Carmen Russo, Ornella Muti, Edwige Fenech, Laura Antonelli e Barbara Bouchet) e la sensualità selvaggia e naturale di Nina Senicar

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Sexy: Penthouse presenta un'anteprima del calendario 2011

A questo punto dell'anno si comincia a parlare insistentemente di calendari, e ovviamente dei loro protagonisti. Per invogliare gli appassionati ad acquistare, appena disponibile, un sexy calendario, spesso chi lo produce decide di anticipare alcuni scatti del backstage o addirittura alcuni 'mesi'.

E' successo per esempio con l'attesissimo calendario dei Mitici '80 con 4 vip in topless: Francesca Cipriani e Florina Marincea dell'ultima edizione de La Pupa e il Secchione, Sarah Nile del Grande Fratello 10 e Lisandra Silva (meglio conosciuta come 'Madre Natura'…).

C'è invece solo qualche foto del backstage del nuovo calendario 2011 di Nina Senicar, foto che anche da sole basterebbero a dimostrare la sensualità e le doti della bellissima ex naufraga. Anche le foto in topless di Marika Fruscio scattate questa estate anticipano il calendario 2011 che la maggiorata ha deciso di regalare alla sempre più larga schiera di fan.

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Calendari sexy: intervista a Lisandra Silva

Lisandra Silva si racconta in un'intervista a Gossipnews in cui confessa la sua passione per l'amore, in tutte le sue forme!

L'ex Madre Natura di Ciao Darwin, Lisandra Silva, è tra le quattro protagoniste del calendario Mitici '80 con foto hot in topless di quattro bellissime: Lisandra, appunto, ma anche l'ex gieffina Sarah Nile, e le due pupe Florina Marincea e Francesce Cipriani.

Intervistata da Gossipblog, la modella cubana ha risposto con intelligenza e saggezza alle domande che le sono state poste. Quando le è stato chiesto di parlare delle sue "colleghe" di calendario, Lisandra si è molto divertita a descriverle in poche parole. Francesca Cipriani? La cubana la ricorda con una risata: "Ma dire Francesca vuol dire Alice in Wonderland, vuol dire Barbie, vuol dire Bambola! Lei vive in un altro mondo, ma è molto simpatica!". Mentre per l'altra pupa, Florina Marincea, Lisandra nutre addirittura del rispetto: "È esuberante, esibizionista, e dice ciò che pensa: la rispetto per questo". Su Sarah Nile la modella spende poche parole, non avendo mai avuto l'opportunità di conoscerla a fondo: "Purtroppo non fa parte della mia agenzia e quindi non la conosco. Avremo scambiato due parole in tutto. Sembra simpatica, comunque, sembra una brava ragazza, ma non ho avuto il piacere di conoscerla".

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Calendari sexy 2011: Foto hot del calendario 2011 dei Mitici anni 80: vip in topless

Finalmente il calendario 2011 dei Mitici anni 80 è in tutte le edicole per la gioia dei sostenitori della bellezza

Per i nostalgici dei calendari si prospetta un raggio di sole in questa già soleggiatissima estate 2010. Il programma televisivo cult "Mitici 80" ha deciso di pubblicare un calendario 2011 per celebrare i personaggi femminili che hanno fatto la storia della tv di quegli anni: Samantha Fox, Nadia Cassini, Tinì Cansino, Kim Basinger, Farrah Fawcett, Lory Del Santo, Carmen Russo, Catherine Bach, Ornella Muti, Edwige Fenech, Laura Antonelli e Barbara Bouchet.

Ad interpretarle ci saranno quattro tra le star nostrane più chiacchierate del momento. Mentre Marika Fruscio in topless anticipa il calendario 2011, giocando d'anticipo e posando per la rivista "For Man", vedremo in questo calendario Florina Marincea da La pupa e il secchione, e persino Francesca Cipriani regina delle pupe, a nudo.

E potremo riammirare splendide forme femminili già note con le foto hot di Sarah Nile. Insomma, un bel poker di bellezze nostrane ha già fatto intuire la portata dell'evento mediante la diffusione delle foto di backstage, l'ha annunciato tramite una serata di gala apposita, e ora si prepara a calcare le passerelle di tutte le edicole italiane.

Noi qui vi forniamo un'anticipazione fotografica nella nostra gallery, ma possiamo dire sin d'ora che non ci sarà bisogno di aguzzare la vista. Le forme indiscusse delle "fantastiche quattro" non hanno nulla da invidiare alle illustri colleghe di trent'anni fa, e di conseguenza il tutto salta molto all'occhio, grazie ai costumi appositamente aperti nei punti più caldi.


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Tv: X Factor 4, Anna Tatangelo contro Milly D’Abbraccio: “Quando la persona e’ niente, l’offesa e’ zero"

Questa quarta edizione di X-Factor era partita all'insegna dei contrasti tra i giudici Anna Tatangelo e Elio ma, dopo la prima puntata, si e' subito capito che Anna ne ha per tutti, nessuno escluso.

La compagna di Gigi D'Alessio, infatti, questa volta le ha cantate niente meno che a… Milly D'Abbraccio, nota porno diva nonche' agente (ci domandiamo istintivamente "Ma di che?") di una delle concorrenti che si sono presentate durante il provino.

I giudici sono stati categorici e, all'unanimita', hanno congedato la ragazza con una valanga di (giuste) osservazioni sulla sua esibizione e sulle sue doti canore. Milly D'Abbraccio e' stata invitata ad entrare in studio – ricordiamo che in passato e' stata la cognata di Enrico Ruggeri – e subito e' iniziata un'accesa discussione con la Tatangelo, che e' stata attaccata sul piano personale da parte di Milly: "Pensa a te che tu hai avuto un uomo fortunatissimo, che ti ha reso fortunata".

Decisamente degna di nota, la perla che Anna ha tirato fuori in diretta: "Quando la persona e' niente, l'offesa e' zero". Ancora una volta la Tatangelo e' stata vittima di un attacco poco elegante e decisamente inopportuno, come l'offesa sull'eta' lanciatale da Elio alcune settimane fa.

Anna contro tutti… o tutti contro Anna?

Attori cinema: Emma Watson contro Twilight: “Vende sesso”

Decisamente terribili le accuse lanciate da Emma Watson nei confronti di Twilight, la saga campione d'incassi che ha fatto sognare milioni di adolescenti con la storia d'amore tra Bella ed Edward.

Potremmo vedere la celebre saga vampiresca come diretta rivale di quella di Harry Potter, un contrasto sottolineato anche dalle parole della Watson, Hermione Granger nei film del piccolo maghetto: la ragazza, infatti, ha descritto il bacio con il collega Rupert Grint nel capitolo "I Doni della Morte" come una cosa eccitante e insolita, anticipata da un'attesa di ben 7 film.

Il paragone con Twilight e' stato tanto immediato e spontaneo quanto diretto: "Harry Potter non e' Twilight, sapete, noi non vendiamo sesso!".

Evidentemente, la nostra cara Emma non e' molto aggiornata sulle nuove forme di fare business… Stentiamo davvero a credere che ci siano orde di ragazzine urlanti pronti a strapparsi i capelli per Harry, Ron e Hermione, cosa che invece accade per il trio Edward, Jacob e Bella.

Forse la Edwards avrebbe fatto meglio a serrarsi le labbra con una magia. A prova di alohomora, s'intende.

Tv: Anticipazioni Uomini e Donne, Trono Blu: Andrea Angelini e Samuele Nardi sul trono

Prima di tutto, volevamo rettificare una delle notizie date nel pomeriggio. Il trono blu non e' quello con i due ragazzi divorziati con le figlie: quello si tratta di un trono speciale chiamato "L'amore non ha eta'". Vediamo ora brevemente quello che e' successo in puntata:

- I nuovi tronisti: Come gia' anticipato, i nuovi tronisti sono Andrea Angelini e Samuele Nardi, dell'edizione 2009/2010.

- Ramona e Mario ospiti in studio: Non potevano mancare anche gli altri due protagonisti della passata edizione del programma, ancora follemente innamorati. Andrea Angelini sembra avere ancora molto rancore nei confronti di Ramona e non perde l'occasione per trattarla male di fronte al pubblico e al ragazzo Mario De Felice. Un vero cavaliere.

Quindi da bravo lecchino, dice di aver rivalutato Mario. Tieni stretti i tuoi amici… e ancor piu stretti i tuoi nemici?

- Discorsi filosofici dell'ultima ora: Alcune delle corteggiatrici discutono con Andrea. Una gli chiede se ha messo una pietra sopra a Ramona, mentre un'altra tira fuori un discorso sull'apparenza e sull'inganno. Schiere di filosofi si rivoltano nelle loro tombe.

- Tentata fuga: Una ragazza lascia la trasmissione perche' afferma di non sentirsi a suo agio con le corteggiatrici ma che resta comunque molto interessata a Samuele. Il ragazzo cerca di salvare il salvabile invitandola in esterna, assieme ad un'altra ragazza di Bologna. Come farsi notare, istruzioni per l'uso.

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Cinema e gossip: Robert Pattinson ha fatto innamorare Kristen Stewart per… le sue orecchie!

Se ne sara' parlato ad occhio e croce per mesi ma, anche ora che l'arcano sembrava finalmente svelato, ecco che una nuova news ci riporta in un mare di incertezza: stiamo parlando della coppia Robert Pattinson – Kristen Stewart, che ci ha fatto interrogare senza sosta sulla fondatezza o meno della loro relazione.

Una notizia molto recente, pubblicata dal blog Robsten Nation, ha rivelato le cause che avrebbero fatto innamorare Kristen di Pattinson, attraverso una precisa analisi delle loro gallerie fotografiche!

Ebbene, il resoconto degli esperti sarebbe che Kristen sarebbe follemente attratta dalle orecchie del (ragazzo?) Rob! Secondo un'altra notizia pubblicata da E! News, i due ragazzi si sarebbero sbarazzati della loro casa a Bel Air, che avevano acquistato nella speranza di potersene stare un po' in santa pace.

Inutile dire la strategia si sia rivelata completamente sbagliata. D'altronde, Rob piu' volte si era mostrato infastidito dai paparazzi, segno che i pedinamenti sono all'ordine del giorno e non danno tregua nemmeno sotto casa.

E allora, qualcuno puo' scattare una foto che finalmente ci tolga ogni dubbio sulla coppia piu' misteriosa del mondo del cinema? E' vero che abbiamo lo scatto del bacio "per strada"… mah… sono in molti a non esserne convinti…

Gossip: Salvatore Angelucci e Karina Cascella: “La maternita’ ci ha fatto bene!”

Chissa' quanti, scegliendo tra le coppie nate nel programma Uomini e Donne, sarebbero stati pronti a scommettere su Karina Cascella e Salvatore Angelucci, soprattutto considerando che la loro storia non era cominciata come tutte le altre, attraverso un "normale" corteggiamento, visto che i due erano ottimi amici nel momento della scelta di Paola Frizziero da parte di Salvatore.

Karina era riuscita poi a far breccia nel cuore dell'amico e… beh, il resto lo sapete gia'! Forse, proprio a causa del carattere forte e irascibile della Cascella, davvero in pochi avrebbero creduto fermamente nella coppia, e invece i due hanno persino avuto una figlia.

Intervistata da Visto, Karina ha parlato della sua storia con Salvatore, senza nascondere che all'inizio hanno avuto problemi come tutte le coppie: sarebbe stata la nascita della piccola Ginevra a cambiare del tutto il loro rapporto, trasformandoli in genitori amorevoli sempre presenti per la bimba.

Anche Salvatore, a detta di Karina, sarebbe un padre perfetto, spesso preoccupato per la salute della piccola se qualcosa non va'. Ma non preoccupatevi per i genitori, perche' Ginevra e' stata brava durante la vacanza sulla riviera adriatica e mamma e papa' sono riusciti a godersi un po' di relax. Riportiamo per i nostri lettori le parole di Karina:

"Le mie amiche mi avevano avvisato che ci sarebbe stata una crisi, perche' spesso capita nelle coppie. Invece, da quando siamo diventati genitori, non abbiamo mai nemmeno litigato! E per due come noi, che prima bisticciavano ogni dieci minuti, sembra impossibile! Diventare mamma e papa' ci ha fatto bene!".

Forse qualche tronista/corteggiatore dovrebbe prendere esempio. Inutile fare nomi, sapete fin troppo bene a chi mi riferisco… vero?

Calcio: Luca scrive a papà Agostino Di Bartolomei "Mi manchi, ma perché l'hai fatto"

Luca scrive a papà Agostino Di Bartolomei
"Mi manchi, ma perché l'hai fatto"
Luca Di Bartolomei scrive al padre nella prefazione del libro "L'ultima partita - Vittoria e sconfitta di Agostino Di Bartolomei", a 16 anni dal tragico gesto del maggio 1994. Un messaggio pieno di dolcezza ma anche denso di rabbia per l'ingiustizia di avergli sottratto gli anni più belli LE FOTO
Luca scrive a papà Ago "Mi manchi, ma perché l'hai fatto"

Francesco Totti con Luca Di Bartolomei
"L'ultima partita - Vittoria e sconfitta di Agostino Di Bartolomei"
Il 30 maggio 1994 Agostino Di Bartolomei, capitano della Roma che vinse lo scudetto nel 1983, si tolse la vita. E' uscito il libro "L'ultima partita - Vittoria e sconfitta di Agostino Di Bartolomei" di Giovanni Bianconi e Andrea Salerno (Fandangolibri, 10 euro). Pubblichiamo la prefazione scritta da Luca Di Bartolomei, 28 anni, figlio di Agostino, e le fotografie del suo incontro con Francesco Totti che per l'occasione ha indossato la maglia con cui "Ago" giocò la finale di Coppa dei Campioni persa all'Olimpico di Roma contro il Liverpool il 30 maggio 1984. Dieci anni esatti prima del suo tragico gesto.

Caro Ago,
è da quando Andrea e Giovanni mi hanno chiesto di
pensare a un'introduzione per questo libro bello e onesto
- scritto con il tatto di chi sa di toccare sentimenti privati
e allo stesso tempo una passione e un affetto condivisi
da tantissime persone - che penso e ripenso a queste
poche righe.
E ne ho buttate via tante di versioni prima di decidere
davvero che forse era il caso di essere egoista e parlarti, per
una volta pubblicamente, solo da figlio.
Quanto mi manchi papà.
In queste settimane ho passato qualche giorno di vacanza
a San Marco e ho avvertito fortissima la tua assenza.
In un attimo mi sono tornati in mente tutti insieme i
piccoli segni dei giorni estivi di festa.
Il tuo asciugamano blu nel bagno davanti al
mare da
cui d'estate cercavo la barca mentre assonnato indossavo il
costume; lo sguardo di mamma quando vedeva che mettevi
l'aria nelle bombole, preludio di una giornata di pesca
subacquea in cui tu, ti riposavi 20 metri sott'acqua tra
tane di cernie, e lei si agitava guardando il pallone di segnalazione
galleggiare incerto di sopra.
Ago, se prima mi capitava di parlare di te sempre con il
sorriso e quasi con la certezza di scorgere nelle mie azioni
qualcosa che ti riportasse alla mia memoria, adesso purtroppo
tutto questo non mi viene naturale. Non più come
prima.
Mi manchi papà. E da figlio perdonami se decido oggi
di gridare con egoismo l'ingiustizia di avermi sottratto i
nostri anni più belli.
Quelli dell'adolescenza e di una contestazione strozzata
nel realismo; quelli di qualche schiaffone con cui, ogni
tanto, mi avresti addrizzato. Quelli delle prime ragazze,
dello studio all'università, della casa da solo. Quelli delle
partite di calcetto insieme. Rigorosamente, in squadre
diverse.
Rituali sicuramente sciocchi e forse banali ma che ti parlano
di una normalità che - forse perché negata - avrei desiderato
tanto e che mi sottraesti in quella mattina serena
di un'estate immobile.
Una giornata di cui purtroppo ricorderò perfettamente
ogni secondo per tutta la mia vita.
Di quell'ultima volta che ti ho visto vivo al sole del
terrazzo.
Di quella sedia bianca da giardino che stazionò lì per
mesi prima che ce ne accorgessimo, presi come eravamo da
mille interrogativi e dai rimorsi che ti stringono quando capisci
che non avevi capito nulla.
Quella sedia bianca di legno colpita come da una martellata
rotonda all'altezza della seconda fascia.
Dell'ultima volta che ti ho visto poco più di un'ora dopo
nel corridoio stretto del cortile davanti casa: steso in quella
chiglia fredda di zinco.
Avevo undici anni papà, tu mi sembravi invincibile e destinato
a tornare in qualche modo in quello stadio grande
con sopra gli imbuti nel quale quando incontravamo i tifosi
partiva in automatico la foto mentre in sottofondo scattava
plastico il coretto: "OOOO AGOSTINO... AGO
AGO AGOSTINO GOL..." scatenando in un certo senso
la mia gelosia di bambino.
Volendo, oggi, essere onesto fino in fondo con me stesso
penso che nella serenità con cui ho parlato di te alle moltissime
persone chi mi hanno chiesto se fossi parente del
Capitano - a riguardarla adesso quella serenità - ci sia stato
qualcosa di inconsciamente innaturale.
Come se con quella mia tranquillità volessi placare il rumore
assurdo che quel tuo sparo ha prodotto nella testa di
tutti noi. Che gesto estremo insensato imbecille ed allucinante
hai fatto quel 30 di maggio Ago.
Un altro 30 di maggio per te: l'ultimo. Per noi, da lì in
avanti, l'unico.
Quella data diventerà un giorno a caso sul calendario, un
giorno tra il 29 e il 31 in cui i giornalisti delle radio mi chiamano
per un ricordo con il pubblico. Per i tifosi che hanno
visto e non hanno dimenticato quel Capitano serio. Per quelli
giovani che ti hanno scoperto sui forum, visto su Youtube
e che per te hanno aperto anche una pagina Facebook.
Ho scoperto più avanti la crudeltà di quella data. Dieci
anni dopo quella finale. Ho scoperto quella crudeltà e mi
sono sempre ripetuto che non ci puoi aver pensato davvero.
Troppa cattiveria in quella coincidenza. Forse ti si è insinuata
dentro quella data, ecco. Come la depressione che
ti porta a un gesto stronzo. Come un fallo plateale in area
di rigore.
Perché papà io non ci ho mai creduto e non voglio crederci
che in quell'attimo estraneo all'intelletto hai pensato
a una sconfitta in quella stupidissima partita di calcio.
Di fronte alla grandezza di una vita umana, all'amore di
una moglie e di due figli infatti cosa era quella se una stupidissima
partita di calcio?
E pensare che la sera prima saremmo stati in trenta a
casa, tra cugini e amici stretti, a mangiare insieme senza che
nessuno si accorgesse di nulla. Mentre quella sensazione
lieve di malessere ti stritolava.
Ma non penso che ci saremmo potuti accorgere di nulla,
papà. Con noi sei stato, fino all'ultimo istante, lo stesso di
sempre.
Non chiuso. Non orso come ti vedevano gli altri. Quelli
che non ti conoscevano. Quelli che ti avevano cucito addosso
un personaggio che non ti apparteneva. Non fiero,
non superbo.
Solo riservato.
Con noi eri solo Ago: innamorato, dolce, caciarone e
ironico. L'Ago di sempre. Quello che accantonava l'aria
seria del ragazzo cresciuto in fretta, precocemente vecchio,
e buttava le miccette nel camino per spaventare nonno.
Quello delle domeniche in barca per andare a pesca.
Dei pomeriggi su un campo alla periferia del calcio per
insegnare ai ragazzini gli schemi e dirgli che serietà e talento
contano alla stessa maniera.
Quello che veniva a svegliarmi tutte le mattine per vedere
i tg delle 7 e che poi partendo per andare a lavoro con
Gianmarco mi portava a scuola.
Quello che durante la settimana aveva sempre dei fiori
per Marisa e che quando tornava a casa aveva per lei il
primo bacio.
Quello che nonostante tutta la mia incazzatura e tutto il
vuoto mi ha lasciato dentro riesco sempre a perdonare perché
ho conosciuto tutto il suo amore.
Mi manchi Ago. Ecco volevo solo dirtelo ancora una
volta.

Calcio continuo Tutti i giorni una partita in tv. Un filosofo spiega come sopravvivere

tempi liberi - È un po' come bere da solitari, invece che nell'atmosfera fumosa del pub


Campionato, coppe. Si gioca tanto, tutti i giorni. Il lunedì c'è il Monday night, il martedì e il mercoldì la Champions League, il giovedì l'Europa League e il venerdì comincia il weekend lungo del campionato, con match anche all'ora di pranzo della domenica. Senza contare la Coppa Italia, i tornei esteri e la Nazionale, con le qualificazioni per gli Europei 2012.

Indigestione di calcio? Da ragazzino ero di quelli che non potevano certo permettersi un posto a San Siro. La domenica pomeriggio supplivano le partite fra dilettanti nei «campetti» di Città Studi e, per quanto riguarda la Serie A, c'era «Tutto il calcio minuto per minuto», che ascoltavamo con le radioline dei più fortunati. Dovevo allora avere una certa confusione in testa, perché con troppa facilità inventavo partite tutte mie in cui una squadra finiva a giocare pressoché con tutte le altre, in una serie di vittorie immaginate - soprattutto se era la quadra del cuore - o di altrettanto fantasiosi pareggi o sconfitte (specie se si trattava dell'Inter). Chissà che pasticcio combinerei adesso tra campionato, coppe nazionali ed europee, «amichevoli» internazionali, nonché copiose dosi di calcio iberico o britannico ecc. Si dirà, ovviamente, che la televisione cattura la «realtà» della partita molto più della voce di un cronista radiofonico. Ma mettetevi nei panni di uno che, come me, ha smesso ormai da decenni di essere un tifoso, si è cimentato assai poco di persona con la palla, e come se non bastasse dotato di scarso spirito agonistico. Aggiungete che non amo i reality e mi sono un po' stancato delle attuali versioni della ormai mitica «Tribuna politica» (che per la foga di partecipanti e conduttori assomigliano piuttosto a dei tribunali). Cosa mi resta allora? Forse, solo «Protestantesimo» in tarda serata!

E tuttavia, non condivido il parere di chi pensa che tanto calcio in tv equivalga a un'overdose di qualche droga. Il punto è che l'eccitazione che il calcio produce anche in chi tifoso non è non deriva da una meccanica associazione di stimoli sensoriali, ma da una sofisticata struttura di simboli. In questo senso, guardare una partita è come guardare un quadro. Certo, un conto sono le riproduzioni che ci offrono i media, un altro è la «presa in diretta».

Comunque, quello che conta è il coinvolgimento in una trama di significati che vanno al di là di semplici linee o macchie di colore, oppure di movimenti di esseri umani in corsa e rincorsa dietro a un pallone. Il calcio è gioco nel senso più pieno della parola. Divertimento, competizione e conflitto. Per di più è un lavoro di squadra e le due formazioni contrapposte sul campo simulano (si spera, sempre in maniera pacifica!) quello che è il gioco più crudele e inquietante: la guerra. Di qui, com'è noto, il piacere che ne traggono non pochi teorici da salotto, che ora avranno praticamente ogni giorno della settimana per esemplificare le loro predilette nozioni di tattica e di strategia.

Ma da parte mia, ho un moto di simpatia per coloro che si lasceranno invece sorprendere dall'imprevisto della partita o dal colpo di genio di questo o di quell'allenatore (Mourinho insegna). In un libro di prossima uscita («Bevo dunque sono», presso Raffaello Cortina), il filosofo britannico Roger Scruton traccia uno spregiudicato parallelo tra il piacere del vino e quello del calcio. Gli innegabili meccanismi di mercato e l'accanimento dei maniaci del genere sono presenti in entrambi i casi, ma non bastano a spiegare quel senso di «ebbrezza» che accomuna chi sa gustare una bella partita con chi sa penetrare il significato di un buon bicchiere. Certo, la televisione confina nell'ambito domestico quello che nel caso sportivo era, almeno all'origine, un grande rito di riconoscimento collettivo. E adesso è un po' come bere da solitari invece che nell'atmosfera un tempo fumosa ma accogliente del pub o dell'osteria. Il fascino però rimane, e talvolta è anzi potenziato dagli strumenti della tecnica.

Scruton lo mostra anche in altri sport. E ci mette pure la caccia alla volpe, manifestazione che io trovo, invece, assai poco sportiva e per nulla amabile (credo che anche la volpe sia del mio parere). Ma questa è un'altra storia.

Nazionale: Speranza Soriano Italia ancora in corsa

Una rete del centrocampista dell'Empoli ci regala i tre punti contro la Bosnia, successo che mantiene vive le speranze di qualificazione agli Europei under 21. Decisiva per le nostre sorti sarà Ungheria-Galles, gara in programma sabato. I magiari non devono vincere


SARAJEVO - Un gol di Soriano a 15' dalla fine, permette all'Italia Under 21 di conquistare i tre punto a Sarajevo, in casa della Bosnia, e di sperare così ancora in una miracolosa qualificazione alla fase finale di Euro 2011. Partita non difficile per i ragazzi di Casiraghi, ma che andava complicandosi sempre più col passare del tempo. Decisiva per le nostri sorti sarà domani Ungheria-Galles: i magiari non devono vincere, altrimenti addio sogni.

BUON AVVIO, POI IL CALO - Casiraghi, privo dell'infortunato Balotelli, affida il reparto offensivo alla coppia Okaka-Paloschi, sostenuta sulle fasce da Schelotto a destra e dal modenese Pasquato a sinistra. La coppia di centrocampo è formata da Soriano e Marrone. In difesa D'Ambrosio e Ariaudo sugli esterni con capitan Ranocchia e Ogbonna al centro. La gara sembra mettersi subito sui binari giusti quando, dopo soli 50 secondi, Paloschi si ritrova solo davanti al portiere Sehic; ma l'attaccante del Parma si defila troppo e conclude sul fondo. Al 13' ci prova Okaka girandosi in area: sfera di poco a lato. Per il resto sono solo punizioni affidate ai piedi di Pasquato; su una di queste è bravo Sehic in tuffo a respingere. Verso la mezz'ora gli azzurrini calano e non trovano più la via per concludere in porta.

CASIRAGHI CAMBIA - Nel recupero del primo tempo, la Bosnia perde l'attaccante Bilbija per infortunio: gli subentra Handzic. La ripresa si accende al 7' grazie a Okaka (bravissimo a conquistare spesso punizioni) che conclude
un calcio piazzato di poco sul fondo. Casiraghi al 9' decide di cambiare il romanista con Marilungo e successivamente inserisce anche Fabbrini per Pasquato, calato vistosamente rispetto ai primi 45'. Sono cambi azzeccati, soprattutto con Marilungo che si dimostra attivo ed efficace. Come al 23': una palla spiove in area e il nostro bomber colpisce al volo. Sehic è bravo e fortunato a smorzare il tiro con le cosce, poi un compagno spazza davanti alla porta.

LA SPERANZA SI CHIAMA SORIANO - L'Italia è in forcing offensivo, pronta a riversare in campo le ultime forze. La voglia di vincere viene premiata al 31': Mujic conquista un angolo per la Bosnia, ma viene mal sfruttato. Riparte l'Italia in contropiede, palla a Marilungo sulla sinistra che tocca al centro. Dal limite Soriano calcia e, grazie anche ad una leggera deviazione, Sehic viene beffato. Poco prima di uscire per un problema muscolare, Paloschi va vicino al 2-0, ma il portiere gli dice di no. Finale di gara con gli azzurri in controllo che portano a casa i tre preziosi punti e agguantano in classifica il Galles a quota 13. Segue l'Ungheria a 12. Dita incrociate per Ungheria-Galles, in programma domani a Szekesfehervar.

CASIRAGHI SODDISFATTO - "Il gruppo c'è, non era facile vincere in Bosnia. Ora speriamo nel risultato dell'altra partita di domani (Ungheria-Galles, ndr) e ci prepariamo alla partita con il Galles". Così Pierluigi Casiraghi commenta il successo sulla Bosnia. "Abbiamo fatto una buonissima partita. Il risultato è giusto. Abbiamo giocato dal primo minuto al novantesimo nonostante siamo a inizio stagione. C'erano assenze importati, ma chi ha giocato ha risposto nella maniera migliore".

Bosnia-Italia 0-1 (0-0)
Bosnia (4-2-3-1): Sehic, Besic, Bunoza, Anicic, Subasic, Kiso, Mujic (42' st Mujakic), Sesar (25' st Kozul), Galesic, Haurdic, Bilbija (46' pt Handzic). (12 Hamzic, 6 Kazazic, 7 Sipovic, 17 Jakovljevic, 13 ). All.: Tulic
Italia (4-4-2): Mannone, D'Ambrosio, Ranocchia, Ogbonna, Ariaudo, Schelotto, Soriano, Marrone, Pasquato (15' st Fabbrini), Okaka (10' st Marilungo), Paloschi (40' st Mazzotta). (12 Perin, 13 Angella, 15 Mazzarani, 17 Borini). All.: Casiraghi
Arbitro: Black (Irlanda del Nord)
Rete: 31' st Soriano
Angoli: 4-2 per l'Italia
Ammoniti: Kiso per proteste, Marrone, Anicic, Bunoza per gioco falloso
Recupero: 2' e 3'
Spettatori: circa 500. (03 settembre 2010)

venerdì 3 settembre 2010

Libri: Quando il calcio diventa un valzer L'autore di «Trainspotting» ripercorre l'epopea di Mourinho

La postfazione al saggio di Sandro Modeo «L'ALIENO MOURINHO», edito da Isbn, dedicato al tecnico portoghese

Ho fatto la conoscenza di José Mourinho durante un programma televisivo trasmesso prima della finale di Coppa Uefa 2003 a Siviglia. Mourinho aveva reso il Porto una squadra davvero competitiva, trasformando una compagine un po' in ombra in una rispettata forza europea. La differenza di comportamento tra lo «Special One» e Martin O'Neill, allora allenatore della squadra avversaria, il Celtic, non avrebbe potuto essere più netta.

O'Neill, uno dei più loquaci e appassionati personaggi sportivi, appare in genere come un incrocio tra un prete gesuita e un avvocato (ha studiato per diventarlo), ed è solito dare giudizi ponderati ed equilibrati, spesso inclusi in una cornice filosofica, anche alla più trita domanda a proposito della prestazione dei giocatori. In breve era, ed è tuttora, una grande risorsa televisiva. A ogni modo, in quell'occasione fu messo in ombra dal giovane, bello e stiloso allenatore latino del Porto. I capelli di Mourinho non erano ancora bianchi allora, e sembrava più giovane di molti dei giocatori di entrambe le squadre. Con i suoi occhi d'acciaio vagamente sfuggenti e la bocca stretta in un malcelato sorrisetto, il suo sguardo in camera rivolto alla comunità calcistica globale diceva: «Sì, ora mi prenderò parte dei vostri stipendi e anche la verginità delle vostre figlie. Tutto quello che chiedo è la vostra eterna devozione». Capii che a Siviglia ci sarebbe stato un solo vincitore.

Questo fatto fece balzare l'ex allievo di Bobby Robson al centro della scena calcistica internazionale, ma fu poca cosa rispetto a quanto avvenne la stagione seguente, quando il Porto mise in bacheca anche la Champions League, battendo il Monaco 3-0. Tutto ciò fu assolutamente epocale. Potrà mai succedere di nuovo che un club come il Porto vinca la Champions? Ne dubito.

Il Chelsea e il suo nuovo proprietario, il miliardario russo Roman Abramovich, furono svelti ad aggiudicarsi i suoi servizi. Abramovich voleva che il Chelsea, tradizionalmente inferiore a club londinesi come Arsenal e Tottenham, diventasse la più grande squadra d'Inghilterra. C'era solo un uomo adatto a questo lavoro, ma come avrebbero potuto andare d'accordo Mourinho e il magnate russo? Il portoghese, forse presentendo come sarebbe andata a finire, decise di trovare alleati nei giocatori, nei media e nei fan, piuttosto che nella dirigenza.

José Mourinho vinse due titoli consecutivi, cosa che mancava al Chelsea dal 1955, ma non riuscì a conquistare la Champions League. Forse fu per via delle pressioni per fare una campagna acquisti spettacolare, che non gli consentirono di costruire una squadra astuta come aveva fatto al Porto con i mezzi allora a disposizione. Come disse con una memorabile battuta: «Se Roman Abramovich mi aiutasse ad allenare finiremmo in fondo alla classifica, così come se io aiutassi lui negli affari, finiremmo in bancarotta». Ma c'era posto per uno soltanto, e Mourinho lasciò il Chelsea in un clima di amarezza, ma anche molto dignitosamente.

Fu un'enorme perdita per il calcio inglese, e la sua partenza diede il via, in una Premiership guidata dal denaro e dai diritti tv, a un malessere in stile «L'imperatore-è-senza-vestiti». Dopo un anno sabbatico, Mourinho è riapparso all'Inter, la meno cool e meno vincente delle due squadre milanesi, in un campionato apparentemente in declino e sconvolto dalla corruzione, incapace di contendere la Champions alle squadre inglesi e spagnole.

L'Inter partiva in vantaggio rispetto a Milan e Juve, le precedenti dominatrici, punite severamente dalle sentenze sportive, ma sotto la guida di Roberto Mancini diede inizio a un ciclo vincente in campionato che fu poi ulteriormente rafforzato dallo «Special One». A San Siro Mourinho fu in grado di fare quello che gli riesce meglio: costruire una squadra solida e competitiva che però non manchi di classe e originalità nei ruoli chiave, libera dalle influenze della dirigenza e da altri condizionamenti. Quest'anno l'Inter ha vinto lo scudetto per la quinta volta consecutiva, e, come tutti sanno, ha conquistato la Champions League, sconfiggendo, anche simbolicamente, il Chelsea di Abramovich (che ancora deve vincere il trofeo più importante).

Ora Mourinho è andato al Real Madrid e sarà interessante vedere se gli sarà possibile formare una squadra vera, o ancora una volta dovrà fare i conti con un gruppo disomogeneo di star lussuose ed egocentriche. I rapporti dietro le quinte saranno nuovamente oggetto di intenso interesse da parte dei media sportivi. La rivalità tra le due maggiori squadre spagnole, e in particolare tra Mourinho e il Barcellona, nata diversi anni fa e acuita dalla semifinale di Champions di quest'anno, sarà portata sicuramente all'eccesso.

Perché Mourinho è ancora, e forse rimarrà sempre, un gigantesco enigma. È ovvio che ami molto se stesso, ma è anche abbastanza consapevole di questa sua caratteristica per divertirsi un sacco, ma anche per usarla come un'arma. I giocatori del Chelsea, per esempio, hanno più volte affermato che le sue intemperanze mediatiche avevano lo scopo di distrarre l'attenzione pubblica dalle valigie piene di soldi della loro squadra, cosa che all'epoca in Inghilterra era ancora impopolare.

Ricordo di avere assistito a un Roma-Inter molto teso allo stadio Olimpico durante la scorsa stagione. L'Inter stava perdendo, e c'era la concreta possibilità, con entrambe le squadre impegnate sul fronte europeo, che il campionato gli scappasse tra le mani. L'incontro stava per finire quando il pallone finì fuori proprio nel punto in cui Mourinho stava pattugliando la linea laterale. Invece di evitare il giocatore avversario che correva verso di lui nel vano tentativo di tenere in gioco il pallone, e invece di spingere perché il gioco continuasse per raggiungere un pareggio, lo «Special One» aprì le braccia, lasciando che il giocatore avversario gli venisse contro. Dopodiché, nel delirio dei 70 mila fan presenti allo stadio, i due improvvisarono un valzer insieme.

È questo genere di joie de vivre che lo rende così popolare tra gli appassionati di calcio, anche quelli, come me, che in genere preferiscono la bellezza espansionista messa in atto dalle squadre dirette dai Guardiola o dai Wenger. Mourinho, a quanto ne sappiamo, potrà creare a Madrid l'ennesima dinastia conquistatrice, oppure questo si rivelerà essere il club sbagliato per lui, e in tal caso tornerà semplicemente a essere vincitore con una squadra meno sfarzosa, probabilmente mandando a monte i piani del Real e di tutti quelli che si mettono in mezzo.

Musica: Snoop Dogg e gli altri: quando le star diventano esche per le truffe online

Il rapper americano lancia una campagna contro
il cybercrimine: «Anche io sono una vittima»

I trucchi utilizzati per carpire i dati privati degli utenti

NEW YORK - Il boss del "gangsta rap" viene dalla strada, si è fatto le ossa in galera e poi ha conquistato l'America col suo hip hop a base di sesso, droga e violenza. Non certo un paladino della giustizia, insomma. Eppure, Snoop Dogg ha deciso di prestare la sua faccia e il suo nome per una campagna di "sensibilizzazione" contro i cybercriminali. «Non li tollero più» dice. Il motivo? «Hanno hackerato il mio account e-mail, mi hanno scippato i dati della carta di credito e hanno rubato le mie canzoni» racconta il rapper americano a bordo del Norton Security BLK MKT Truck parcheggiato al Bryant Park di New York. «Come se non bastasse – aggiunge – continuano a creare siti fake (fasulli) con il mio nome per imbrogliare i fan. È una cosa che non posso sopportare. Bisogna fare qualcosa». Parole fin troppo sensate da parte di un artista che non è mai stato un esempio di rettitudine, e che ha frequentato postacci ben più malfamati rispetto alla Rete? Forse. Però non deve essere piacevole, per uno come lui, scoprire che qualche "canaglia del web" sta utilizzando il tuo nome e il tuo lavoro senza permesso, e per scopi illegali.

ESCHE IN RETE - Disavventure personali a parte, infatti, Snoop Dogg- collezionista di dischi di platino e ospite dell'ultimo video di Katy Perry, "California Gurls" – è una delle tante celebrità utilizzate dai truffatori della Rete come esche per carpire agli utenti dati privati. «I personaggi famosi - spiega Dave Cole, uno dei responsabili di Symantec (l'azienda di software e servizi per la sicurezza che ha promosso l'iniziativa "Hack is Wack") – sono tutti presenti sul Web e rappresentano un obiettivo molto allettante per i cybercriminali. Attraverso l'utilizzo di siti o notizie fasulli, infatti, è possibile indurre gli utenti a scaricare software maligni (malware) o a fornire informazioni importanti come le proprie password o il numero della carta di credito».

Beyoncé, una delle artiste usate come 'esca' attraverso messaggi che riportano la falsa notizia della sua morte
Beyoncé, una delle artiste usate come "esca" attraverso messaggi che riportano la falsa notizia della sua morte
MAIL CHOC - Sui forum degli appassionati di musica, di spettacolo o semplicemente di gossip girano a volte strane domande sulla morte improvvisa di qualche vip. Se ne trovano anche su Snoop Dogg: «È vero che l'hanno ucciso?». No, non è vero per niente. Si tratta di spam, e della peggior specie: migliaia di messaggi identici, e in questo caso fraudolenti, spediti tramite posta elettronica. I navigatori meno accorti, distratti dalla notizia choc ("Beyoncé è morta: clicca qui per saperne di più"), finiscono per aprire indirizzi web o allegati pericolosi. Ci sono decine di esempi: Brad Pitt, Jennifer Lopez, Cameron Diaz, Johnny Depp, David Beckham, Miley Cirus, Gwen Stefani, Jennifer Aniston, Nicole Kidman, Tiger Woods, Ronaldinho. Tutti morti dopo uno schianto aereo o in un incidente d'auto, secondo i criminali informatici: il messaggio è infatti quasi sempre lo stesso, cambia solo il personaggio coinvolto. «Scorrendo la mia cartella spam – ha scritto Gary Warner sul blog "Cybercrime" – oggi è un giorno terribile» per lo show business. Per fortuna, invece, si tratta solo di un'ondata di notizie false. Roba da non credere.

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