lunedì 27 dicembre 2010

Soldi, la pensione arriverà più tardi

L'assegno di previdenza?
Arriverà un anno più tardi
Tutte le novità del 2011: da «quota 96» alle finestre mobili
MILANO - La pensione pubblica si allontana sempre di più. Dal 2011 i requisiti
per la rendita di anzianità fanno un altro scatto in avanti. E debutteranno le
nuove finestre mobili: per riscuotere materialmente l'assegno, una volta
raggiunti i requisiti, i lavoratori dipendenti dovranno aspettare dodici mesi e
gli autonomi un anno e mezzo.

Anzianità più difficile
Dal prossimo anno i lavoratori dipendenti andranno in pensione anticipata
rispetto all'età di vecchiaia soltanto se la somma dell'età anagrafica e
dell'anzianità lavorativa ammonta a 96 la cosiddetta «quota 96», a patto che
abbiano almeno 60 anni d'età. Quindi occorrono 60 anni di età e 36 di
contributi, oppure 61 anni e 35 di versamenti. Ai fini del raggiungimento dei
requisiti, nel rispetto dei limiti minimi di età e contribuzione, contano anche
le frazioni d'anno. Ad esempio matura il diritto alla pensione di anzianità
anche il dipendente che a marzo 2011 può vantare 60 anni e 6 mesi di età e una
contribuzione di 1.846 settimane 35 anni e sei mesi. Più dura la vita degli
autonomi artigiani, commercianti, coltivatori diretti, per i quali la quota è
fissata a 97, con un minimo di 61 anni di età: possono pertanto ottenere la
pensione con 61 anni e 36 di contributi, oppure 62 di età e 35 di versamenti.
Anche in questo caso valgono le frazioni d'anno. Fino al 31 dicembre 2010 era
in vigore la quota 95 per i dipendenti età minima 59 anni e 96 per gli autonomi
minimo 60 anni.

La finestra è mobile
I lavoratori dipendenti che maturano il diritto a partire dal primo gennaio
2011 potranno intascare l'assegno dell'Inps anzianità o vecchiaia dopo un anno
dalla data di maturazione dei requisiti anagrafici e contributivi. Un anno e
mezzo di panchina, invece, per chi si è messo in proprio artigiani,
commercianti, coltivatori diretti. Praticamente, una volta raggiunto il
requisito, il pagamento scatta a partire dal 13° mese successivo per i
dipendenti e dal 19° mese per gli autonomi.
Chi quindi li matura a 60 anni avendo raggiunto già il monte contributivo
potrà ricevere la pensione solo dopo aver compiuto i 61 anni. Per i lavoratori
autonomi l'età per la pensione di anzianità si alza ancora di più, visto che ai
61 anni come età minima per l'uscita vanno aggiunti 18 mesi di attesa della
finestra mobile arrivando a 62 e mezzo. Gli uomini che non hanno i requisiti
contributivi per l'anzianità e devono aspettare l'età di vecchiaia 65 anni
usciranno quindi a 66 i dipendenti; mentre per gli autonomi ce ne vorranno 66 e
mezzo. Le nuove regole sulla decorrenza, che riguardano solo coloro che
raggiungono i requisiti a partire dal 2011, non si applicano al personale della
scuola gli insegnanti continueranno ad andare in pensione dal 1° settembre di
ogni anno, a coloro che avevano in corso il periodo di preavviso alla data del
30 giugno 2010 e che maturano i requisiti entro la data di cessazione del
rapporto di lavoro, e, nel limite di 10 mila unità, coloro che si trovano in
mobilità con accordo stipulato entro il 30 aprile scorso, nonché i lavoratori
coinvolti nei cosiddetti piani di esubero banche, assicurazioni, ecc.. Per chi
raggiunge i requisiti entro il 2010 si applicano le vecchie finestre con
cadenza trimestrale per le pensioni di vecchiaia e di anzianità con 40 anni di
contributi, semestrali per chi utilizza il sistema delle quote. I dati Istat
registrano che nel 2010 l'età media di chi ha raggiunto il pensionamento è di
poco più di 61 anni, ma già a partire dal 2011, grazie alla finestra mobile, si
prevede che la media salirà gradualmente e supererà i 62 anni, avvicinandosi ai
63.

Pensioni rosa
La pensione di anzianità dal 2011, come abbiamo detto, richiede un'età minima
di 60 anni. Per le lavoratrici del settore privato ciò coincide con il limite
di età previsto per la vecchiaia. Possiamo dire quindi che per le donne, che
non possono contare su 40 anni di versamenti, la pensione anticipata non esiste
più. Diversa situazione invece per le impiegate nel pubblico impiego, che hanno
un requisito anagrafico per la vecchiaia di 61 anni che salirà a 65 dal 2012.
Per loro sarà ancora possibile l'uscita anticipata per anzianità con 60 anni di
età e 36 di contributi. Anche qui si applica la finestra mobile e quindi un
anno di attesa una volta raggiunti i requisiti anagrafici e contributivi. Sarà
comunque possibile avere la pensione di anzianità, indipendentemente dall'età,
con almeno 40 anni di contributi, ai quali andranno comunque sommati i 12 mesi
di attesa della finestra mobile, e diventano così 41.

Quanto ci costa
Una buona notizia: il programmato aumento della quota di contribuzione a
carico dei lavoratori, destinata al fondo pensioni più 0,09% dal primo gennaio
2011, è stato cancellato con la recente approvazione della cosiddetta Legge di
Stabilità. La pensione si allontana, ma perlomeno non ci costa di più.

Gli aumenti
Dal primo gennaio, grazie allo scatto di scala mobile 1,4% le pensioni minime
aumentano di 7 euro al mese passando da 460,97 a 467,43 euro. Con l'incremento
Istat, sale anche l'assegno sociale, la rendita assistenziale corrisposta agli
ultrasessantacinquenni privi di altri redditi, che sale da 411,53 a 417,30 euro
al mese. Mentre la pensione sociale raggiunge 343,90 euro al mese. Quest'anno,
a differenza dell'anno scorso, non ci sarà alcun conguaglio. Né positivo, né
negativo. Brutte notizie, invece, per le rendite medio alte, comprese cioè tra
3 e 5 volte il trattamento minimo Inps. Per il triennio 2008-2010 hanno potuto
godere di una copertura totale, 100% dello scatto Istat, mentre dal 2011 non
sarà più così. L'aumento per l'anno prossimo sarà così articolato: 1,4% ossia
l'aliquota intera sulla fascia di pensione mensile sino a 1.382,91 euro, il
triplo del minimo di dicembre 2010; 1,26% 90% dell'incremento sulla fascia
compresa tra 1.382,91 e 2.304,85 euro; 1,05% 75% dell'aliquota sulla quota
mensile eccedente 2.304,85 euro, cinque volte il minimo 2010.

Il vecchio milione
Chi beneficia della maggiorazione prevista dalla Finanziaria 2002 che a suo
tempo ha consentito di riscuotere 516.46 euro il famoso milione di lire al mese
del precedente governo Berlusconi, nel 2011 incasserà 604 euro. L'anno prossimo
l'«ex milione», che ricordiamo spetta agli ultrasettantenni o ultrasessantenni
se invalidi totali, verrà attribuito a condizione che l'interessato non
consegua redditi propri d'importo superiore a 7.850 euro. Se si tratta di
soggetto sposato è inoltre necessario che il reddito, cumulato con quello del
coniuge, non superi i 13.275 euro redditi di qualsiasi natura, compresi quelli
esenti, con esclusione della casa di abitazione.

con corriere.it

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